CAPITOLO V.
Introduzione geometrica
alla teoria delle forme differenziali quadratiche.
a) L’elemento lineare d’una superfìcie.
§ i. — Equazioni parametriche di una superficie. — È noto
dalla geometria analitica che cosa si intenda per equazioni parame
triche d’una superfìcie: tuttavia vogliamo qui richiamare questa
nozione, per presentare le formule in quell’aspetto che meglio con
viene ai nostri scopi.
Rappresentiamo (come faremo in tutto questo capitolo) con
Vi, 2L > Vs l e coordinate cartesiane dei punti dello spazio, riferiti a tre
assi ortogonali. Consideriamo poi una superfìcie, o, più generalmente,
un pezzo di superfìcie a (al quale intenderemo limitate le considera
zioni che seguono); e supponiamo che si sia stabilita, in modo qua
lunque, una corrispondenza biunivoca fra i punti di a e le coppie di
valori che si possono attribuire a due parametri x 1 , x 2 entro un certo
campo G (di un piano rappresentativo degli argomenti x 1} x 2 ; cfr. le
generalità del Cap. I).
Ciò implica che i punti di c e con essi le loro coordinate carte
siane y v siano funzioni ben determinate (e finite) di x x , x 2 (nel campo
G). Scriveremo in conformità
2/v = 2/v (®i i X 2Ì ( v = h 2 , 3) , [1]
ammettendo ulteriormente che le tre funzioni y v siano, in C, dotate
di derivate continue, fino all’ordine che ci avverrà di considerare.
Ma questo comportamento delle funzioni non basta da solo ad
assicurare che le [1] definiscono effettivamente una superficie, cioè
che sussista la ammessa corrispondenza biunivoca fra Gei punti
di una porzione di varietà a due dimensioni.