lo
zioni ora scritte dovrebbero aver nullo il determinante dei coeffi
cienti. il quale è D, ciò cbe contraddice all’ipotesi. La condi
zione [4] è dunque sufficiente perchè non esista alcuna relazione del
tipo [3].
Per dimostrare che la condizione [4] è necessaria, faremo ve
dere che, se essa non è soddisfatta, cioè se
[5]
D = 0
le u sono legate da una relazione (almeno) del tipo [3]; ci limiteremo,
per ora, al caso che fra i minori d’ordine n — 1 del determinante J>
ve ne sia almeno uno non nullo. Questo sarà, in generale, del tipo
dove pi,...,p n —ie ..., rappresentano due qualunque dispo
sizioni di n — 1 indici, scelti senza ripetizione tra i numeri 1, 2,..., n. Ma
poiché è indifferente l’ordine col quale si fanno corrispondere le x e
le u ai numeri 1, ..., n, potremo, senza diminuire la generalità, sup
porre la designazione delle variabili fatta in modo che D' sia il minore
formato dalle prime n — 1 righe ed n — 1 colonne; avremo dunque
f6]
D
Questa condizione esprime il fatto che fra le prime n — 1 fun
zioni non passa alcuna relazione.
Ora sappiamo, che se si eseguisce sulle a? una trasformazione (ef
fettiva), dall’ipotesi [5] segue che è anche nullo il determinante
delle u rispetto alle nuove variabili y. Prendiamo queste legate alle
x dalle seguenti relazioni:
y 1 = Ux (xi , . . ., Xn)
Vn^-x = u n-1 (®i, ...» ®») ,
yn = Xn.
[7]