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mentre, se si tratta di un vettore generico £ e, per esso, delle sue com
ponenti contravarianti È* r , abbiamo assunto
n
[3]
1
abbiamo cioè definito i dZ, r come gii incrementi subordinati dal
parallelismo. Questo, con referenza alla metrica [1], che allora si sup
poneva fissata una volta per sempre. Lo stesso naturalmente può
farsi, assumendo come forma fondamentale la [1']; soltanto conviene,
per evitare ambiguità, designare con d' gli incrementi subiti, di
fronte allo stesso spostamento, dalle stesse £'*, ponendo in confor
mità
n
1
Giova anche introdurre l’operatore
d* = d' — d .
Poiché d! e d, per funzioni del posto, hanno lo stesso significato,
si ha
d*f = 0
[4]
per qualsiasi funzione / del posto, mentre per le componenti cova
rianti di un generico vettore £, si ha, sottraendo [3] da [3'],
ì
In modo analogo si trova, se sono assegnate le componenti
covarianti u h di altro eventuale vettore u,
Ciò premesso, per dimostrare la [2] basta considerare la forma
multilineare invariante F che ha per coefficienti gli elementi dell’asse-