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m), fra
è stato
die fun-
= m —1;
a mente
Eisolvendo queste equazioni rispetto alle x, e sostituendo le
espressioni ottenute in u n+1 , ..., u m , avremo queste in funzione
di ui, ..., un, e così resta dimostrato l’asserto.
Caso 2 è ); k<Cm, lc<ln. L’ipotesi è che esista un determinante
d’ordine Jc non nullo, e che ogni determinante d’ordine superiore sia
invece zero. Ordiniamo le u e le x in modo che sia
iste un
i al §5,
D = ( Ui M=|=0. [9]
\Xi ■ •• Xk)
Faremo vedere che una qualunque u h (con h = Jc + 1, ..., m)
si può esprimere mediante la prime li funzioni u, senza coinvolgere
le x. A tal uopo, consideriamo il determinante 0 formato orlando D
con la colonna /¿ esima e la riga li + l esima della matrice; poiché esso
è di ordine fc + 1, sarà per ipotesi nullo, cioè
0 = ( U i ' * ' Uk Uh ) = 0 . [10] 1
\Xi . . . Xfr X; t -4-i /
1
te nes-
Ora, in virtù del teorema dimostrato a § 5, da questa uguaglianza
e dalla [9], si può concludere che u h è esprimibile mediante Ui ,.., u k ,
dine n,
senza l’intervento di xi, ..., x k , x k+ j ; cioè, (poiché nulla possiamo
ancora dire sulle rimanenti x)
;sso sia
u h — 9 {Ui , ..., U k \x k + 2, ..., Xn) . [11]
»rimere
20 così
torizza
Il nostro assunto sta ora nel dimostrare che in questa espres
sione le a? /t + 3 , ..., x n effettivamente non entrano. Se n — li +1,
non vi è luogo a considerare x k + 2 , ..., x n , e quindi la [11] rap
presenta proprio la desiderata espressione di u h mediante le sole
wi, ..., u k . Se ciò non è, denotiamo con xj una generica delle
+ ..., xn, e consideriamo il determinante ©', ottenuto da 0
sostituendo x k+1 con x Jt
v^e va-
fui . . . U k U h \ q
Ui ••• Xk Xj)
Esso è nullo, perchè è un minore di ordine li +1 estratto dalla
matrice: ma se lo scriviamo per disteso e, badando alla [11], vi fac-