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u
üi assumano, in un punto 0 (particolare, ma generico) della nostra
varietà, dei valori arbitrariamente prefìssati. Inoltre, resta a nostra
disposizione la costante (3.
Una prima classe di soluzioni si ha assumendo (3 = 0, con che
la [8] diviene
U i k == Í &ik U .
L’ipotesi p = 0 è però ammissibile, nel campo reale, soltanto
quando UT <; 0 : infatti la [9'] si riduce per (3 = 0 a
AZ7 = — KU 2 .
Nel campo reale il primo membro è sempre essenzialmente posi
tivo, escludendo che la funzione U sia una pura costante ossia
(in causa delle [8] le quali ora si riducono a TJa = — Ka ih U) rite
nendo K ^ 0. Il secondo membro ha invece segno opposto a K,
sicché la uguaglianza è possibile solo per K << 0.
Per avere una soluzione valida in generale, bisogna sup
porre (3 =|= 0.
Disporremo allora di questa e delle altre n costanti, in modo che
nel punto 0 risulti
TJ% = 0 , 17 = 1 (» = 1,2,...,»),
con che andrà assunto a norma della [9']
e la TJ rimarrà completamente determinata.
Rammentiamo ora il risultato del Cap. prec., § 7: con le nota
zioni attuali (cioè apponendo gli apici alle quantità relative alla
varietà euclidea) esso ci dice che, se esiste un fattore u tale che