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rico e la struttura formale dei due membri della [11] rimangono
sempre gli stessi, quando si cambiano in modo qualunque le varia
bili indipendenti x. Ma su questo punto torneremo più innanzi (cfr.
Cap. VI) in relazione alla nozione generale di enti (funzioni o forme
differenziali) invarianti.
Notiamo intanto che, se il pfaffìano è un differenziale esatto,
cioè se sono soddisfatte le [3], il secondo membro della [11] risulta
nullo, e si ritrova un risultato già noto (v. formula [10]).
Tutto ciò premesso, riprendiamo in esame il sistema [4], e le
sue condizioni di illimitata integrabilità. Consideriamo gli m pfaffìani
che costituiscono i secondi membri delle [4]:
e formiamone i covarianti bilineari. Dimostreremo che l’essere questi
identicamente nulli (comunque siano scelti i dx e 8x) è una con
dizione perfettamente equivalente all’essere le [5] verificate identi
camente per qualunque determinazione delle u, talché la condizione
di illimitata integrabilità potrà scriversi sotto la forma
(a = 1,2, . ..,m) ,
con l’intesa che tale eguaglianza deve aver luogo per valori arbi
trari dei dx e 8x ( x ).
Infatti, scriviamo, a norma della [11], l’espressione esplicita
di questi covarianti bilineari, tenendo presente però che nel fare
le derivazioni le X debbono considerarsi funzioni delle x, e diretta-
mente, e per il tramite delle u, onde le derivate dovranno indicarsi,
secondo la convenzione già fatta, col simbolo di derivata totale; la
[12] diverrà dunque
dXi 8Xj = 0
(Ò In verità ai differenziali secondi 'òdxi abbiamo imposto la restrizioni [8], ma
queste lasciano ancora perfettamente arbitrari gli incrementi infinitesimi dxi , fiX( da
attribuire alle xì nel posto (generico) che si oonsidera.