sfruttando l’ipotesi [12], esprimente la illimitata integrabilità, pos
siamo anche scrivere
d Sw a d 4* 5
dt dt
[16]
Dal teorema di esistenza degli integrali dei sistemi differenziali
ordinari (già richiamato a proposito delle [12']) segue che le sono
determinate univocamente da queste condizioni e da quella di annul
larsi in P 0 : ora, queste equazioni [16] sono evidentemente soddisfatte
prendendo
[17]
(cioè assumendo per le 8u a le espressioni loro spettanti nel caso che
le u siano effettivamente funzioni del posto): tali espressioni si
annullano dove si annullano le &r £ , cioè in P 0 — e con ciò verificano
la condizione iniziale che, associata alle [16], le individua univoca
mente — nonché in Pi, il che dimostra ciò che si voleva.
Pesta così provato che per costruire le funzioni u i cui differen-
(<*)
ziali totali sono gli assegnati pfaffiani ^ (soddisfacenti identica-
d
mente la [12] ovvero le originarie [5]) e che in un punto dato P 0 assu
mono dati valori u\, basta congiungere Po con il punto generico Pi
mediante una linea qualunque T, e integrare lungo T il sistema di
equazioni differenziali ordinarie [14].
Per essere completi, conviene ora far vedere che le funzioni
delle coordinate di Pi , che così si ottengono, hanno effettivamente
(a)
per differenziali i ij; . Consideriamo infatti un punto P 2 infinita-
d
mente vicino a Pi,' e, per costruire i valori delle u in P 2 , utilizziamo
la spezzata formata da T, e dal segmentino Pi P 2 . È evidente allora
che eseguendo l’integrazione delle [14] lungo questa linea si ha, nel
(a)
passaggio da Pi a P 2 , l’incremento du a = 4 1
d
§ 6. — Cenno sul metodo di Mayer. — Il metodo, seguito nel §
precedente, per dimostrare l’esistenza degli integrali di un sistema
ai differenziali totali completo, è dovuto al Morera.