6 — T. Levi-Civita, Lesioni di calcolo differenziale assoluto.
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zione dei sistemi; limitandoci in primo luogo a un cambiamento
lineare di variabili e a un sistema semplice u x , u. z , ..u n .
Supporremo cioè che dalle variabili x si passi alle nuove varia
bili x, e da queste alle antiche, per mezzo delle formule
U
(i 1 > 2 , ..n) ;
à /. (‘ih 'X'k
[5]
n
Xi = Z h C ,H x k ,
1
dove le e sono coefficienti costanti arbitrari, il cui determinante non
è nullo: la seconda formula è naturalmente ricavata dalla prima
mediante la regola di Cramer, sì che c ki rappresenta l’elemento reci
proco di Cki (cfr. Cap. Ili, § 10).
L’ipotesi più ovvia è che le u siano funzioni del posto, le quali si
trasformino per invarianza (v. § 1).
Un caso, un po’ meno semplice, ma molto notevole, si ha suppo
nendo che le u si trasformino secondo la stessa legge delle coordinate,
e in tal caso le u si diranno contravarianti. Le coordinate stesse formano,
in particolare, un sistema semplice contravariante.
Supponiamo invece che le u siano i coefficienti d’una forma
lineare
71
cp --= z Xi
ì 1
e che la cp si trasformi per invarianza, cioè sostituendo alle x le loro
espressioni [5], con che la cp si presenta come forma lineare anche nelle
nuove variabili x. Conveniamo di assumere come trasformate u
delle u, i coefficienti di questa nuova forma; diremo allora che le u
formano un sistema covariante.
Esplicitando avremo
n
n
n
n
n
I nuovi coefficienti sono dunque
il
U k Z : C’ik % •
1 1