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sono invarianti. Ciò che si deve dimostrare è che lo sono anche le
n forme lineari
= 2, «i
(« = 1,2,
cioè che
=
Zi \Ui = 0
1 1 a
(a = 1,2, ...,»), [16]
qualunque siano le u. Ora, queste espressioni sono lineari nelle u (chè
le u non sono che combinazioni lineari di queste), cioè ciascuna di
esse è del tipo
Per dimostrare che è identicamente nulla (cioè che tutte le sono
zero) basterà dimostrare che si annulla dando alle u n distinti sistemi
di valori numerici, poiché si avranno allora n equazioni lineari omo
genee nelle il cui determinante non è nullo (ciò si intendeva dire
poc’anzi con l’aggettivo distinti). Diamo alle u i valori
I i ( ¡3, ¿ 1, 2
e quindi, in virtù della covarianza di queste quantità, alle ü i valori
X. ;i . Se ricordiamo poi una proprietà dei determinanti (v. Cap. prec.,
§ 10 in nota, form. [¡3]) e sostituiamo nella [16], abbiamo
= »!■ — «!■ = 0 (oc, (3 = 1, 2, ..n) .
È così dimostrato quanto si voleva.
§ 6. — Addizione dei tensori. — Siano dati due tensori (general
mente misti) della stessa specie, cioè aventi lo stesso numero di indici
di covarianza, e lo stesso numero di indici di contravarianza (in par