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La stessa cosa vale a maggior ragione per ogni unità infinita (teor. V,
19). Per un 1 unità infinitesima dello stesso ordine di (AC) relativamente ad A o
C come origine, A e C non coincidono, perchè (AC) è finito rispetto ad essa
(oss. I, 19 e a, 86). I segmenti (AB) e (BC) sono infiniti rispetto a questa
unità, dunque essi sono uguali rispetto ad essa (teor. I, 19 e teor. I, 8).
Così dicasi rispetto ad un’unità infinitesima di ordine inferiore di (AC)
(fig. 5).
Cor oli. I. Se in un triangolo un lato è finito e un altro lato è infinito
di ordine n, il terzo lato è pure infinito del medesimo ordine, e i due ultimi lati
coincidono rispetto ad ogni unità infinita.
Difatti sia (AB) infinito di n mo ordine, (AC) finito, vale a dire (AC) sia in
finitesimo di ordine n rispetto ad (AB) (oss. I, 19; int. def. Ili, 86). In tal caso
rispetto ad (AB) come unità, i punti A e C e i segmenti (AB) e (BC) coincidono;
vale a dire (BC) è finito rispetto ad (AB), ossia è infinito d’ordine n rispetto
ad (AC) (oss. I, 19; int. a, 86).
Oppure anche : se (BC) fosse infinito di ordine superiore ad (AB), ciò con
traddirebbe al ter. I, 20.
La seconda parte del coroll. dopo la dimostrazione della prima è sotto
un’ altra forma il teor. Ili stesso.
Coroll. II. Se in un triangolo un lato è infinitesimo e un altro è finito,
il terzo lato è pure finito.
E un’ altra forma del coroll. I.
Coroll. III. Se un lato di un triangolo è finito e gli altri due sono infi
niti, questi lati coincidono rispetto ad un’unità infinita.
I due lati infiniti devono essere del medesimo ordine, cioè finiti fra loro
(coroll. I). Rispetto ai due lati infiniti, che sono finiti fra loro, il terzo lato
è infinitesimo (int. def. II, 82), dunque il coroll. è dimostrato.
Oss. III. Non risulta però dal teor. Ili che se (AG) è un segmento finito come i
due lati (AB) e (AC), questi due lati non possano coincidere rispetto all’unità fi
nita ; in tal caso i tre punti ABC non formerebbero però un triangolo rispetto a que
sta unità, ma potrebbero formarlo in senso assoluto.
Def. Diremo che due rette aventi un punto comune X sono in senso as
soluto infinitamente vicine in un campo finito intorno al punto suddetto, quando
sulle due rette vi sono due punti a distanza finita da X e infinitamente vicini
rispetto all’unità data.
Teor. IV. Se due rette aventi un punto comune A sono infinitamente vi
cine (e perciò coincidenti) rispetto ad una data unità, e presi due punti B’ e C
su di esse a distanza finita da A, ciascuno fuori dell’ altra retta ; se la retta
B'C non coincide con una o V altra delle due rette date, (B'C) deve essere in-
dnitesimo rispetto alla data unità.
Se la retta B'C coincide con una o con V altra delle due rette, le due rette
stesse coincidono rispetto all’unità data.
Un punto di ciascuna delle due rette coincide rispetto all’unità data con
un punto dell’altra retta, vale a dire è a questo infinitamente vicino (def. I
e teor. Ili); quindi i punti B' e C sulle due rette hanno ciascuno sulla retta rima
nente i punti B e C ad essi infinitamente vicini rispettivamente alla stessa