Full text: Actes du 7ième Congrès International de Photogrammétrie (Troisième fascicule)

  
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e cartografici italiani. Riassumeremo brevemente, per quanto ci é consentito 
dalla ristrettezza dello spazio, l'opera di colpro che alla Fotogrammetria hanno 
dato il maggiore apporto. 
A — Ricerche e realizzazioni dell’ Istituto Geografico Militare. 
1 — Prime esperienze. — Lo sviluppo ed il graduale perfezionamento della 
fotografia e le applicazioni di essa nel campo dei rilevamenti cartografici furo- 
no, fino dall'inizio, attentamente seguiti dall'Istituto Geografico Militare. 
Presso di esso il Tenente di $. M. Michele Manzi condusse nel 1875 i primi 
esperimenti di fototopografia, servendosi di panorami fotografici per il com- 
pletamento del disegno di una tavoletta del Gran Sasso d'Italia, e nell'anno suc- 
cessivo esegul analogo lavoro per la compilazione della carta al 10.000 del ghi- 
acciaio del Bart (Moncenisio). 
Gli elementi geometrici, che servirono per la determinazione plano-altime- 
trica di punti del terreno ad integrazione e complemento del rilievo eseguito con 
la tavoletta pretoriana, vennero ricavati dalle fotografie ed i risultati che se ne 
ottennero, anche se non conclusivi e perfettamente convincenti, dimostrarono 
indubitabilmente l'utilità di far ricorso alla fotografia quale prezioso ausilio ai 
normali procedimenti di rilevamento nelle zone di alta montagna. 
Nel 1878 furono ripresi gli studi e gli esperimenti di fotografia topogratia, 
nei quali ebbe parte precipua l'Ing. Pio Paganini. 
Il Paganini fece costruire dalle Officine dello Stabilimento il suo primo 
apparecchio da presa fotografica, combinando una camera oscura con un teodo- 
lite opportunamente modificato. L'apparato consentiva di effettuare panorami 
a giro d'orizzonte, aveva la possibilità di determinare i valori di orientamento 
esterno della presa e quella di individuare sul fotogramma la posizione del punto 
principale quale intersezione delle traccie di due sottillissimi fili metallici, tes! 
ortogonalmente sul punto focale della camera oscura, mentre la distanza focale 
dell'obbiettivo veniva letta volta a volta direttamente su un'asticciola graduata 
non appena eseguita la messa a fuoco del panorama da fotografare. 
Con tale apparecchio il Paganini, negli anni 1878 et 1879, esegui a scopo 
sperimentale il rilevamento alla scala 1 : 25.000 delle cave marmifere di Colon- 
nata in Provincia di Carrara per una superficie di 15 km? con curve di livello 
di 5 in 5 metri e quello interessante all’ 1 : 25.000 della Serra dell'Argentera con 
curve di 10 in 10 metri per una superficie di 73 km*. 
Successivamente, migliorati gli apparati da presa, posti in uso alcuni ingeg- 
nosi, se pur semplici strumenti ideati e realizzati dal Paganini stesso per sempli- 
ficare le operazioni di tavolino (settori grafici), compiuto un primo ciclo di ad- 
' destramento del personale, l'Istituto adottó il rilevamento fotogrammetrico da 
terra fra i suoi ordinari mezzi operativi di campagna e, negli anni che seguirono, 
furono cosi rilevate al 50.000 le seguenti zone delle Alpi: 
1880—1885 — Gruppo del Gran Paradiso nelle Alpi Graie per 220 km“ 
1887—1888 — Passo dello Spluga nelle Alpi Retiche per 155 km”, 
mentre negli anni 1890—1910 il nuovo metodo fu sistematicamente impiegato 
per l'integrazione dei regolari rilevamenti diretti al 25.000 in altre zone alpine 
(Alpi Marittime e Carnia). 
Dopo la guerra 1915—18 l'Istituto entró in possesso di uno stereocarto- 
grafo Orel-Zeiss, che, sperimentato con una prima levata stereofotogrammetrica 
1 :20.000 della Conca del Breuil (M. Cervino) (1919) e con quella alle scale 1 : 
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