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dove le Q v rimangono, come le X, definite lungo la linea T. L’inte
grale da calcolare sarà così
T
Supporremo scelte le coordinate curvilinee q v q 2 in modo die il
verso di percorrenza dell’integrale curvilineo, lungo T, sia congruente
a quello determinato su T (in un punto generico) dalla rotazione (attra
verso l’angolo acuto) che fa passare dalla direzione positiva della linea
q 1 (senso delle q ì crescenti) all’analoga direzione della linea g 2 .
La trasformazione dell’integrale di linea [22'] in uno di super
fìcie esteso a V sarebbe immediata, se le Q fossero definite come fun
zioni del posto anche neW interno di T; ma invece esse contengono le
u r , le quali sono assegnate in P, hanno, nei punti di T, i valori risul
tanti dal trasporto per parallelismo lungo la T stessa, ma non sono
definite per un punto M interno a T, dipendendo la loro determinazione
in M dal cammino che si segue per trasportare la u (parallelamente)
da P in M. Dimostreremo però che, se V è infinitesima, l’influenza del
cammino di trasporto sui valori delle vT in M è trascurabile, e quindi
è lecito risguardare le u r , e per conseguenza le X o le Q, come fun
zioni del posto in tutta l’area T, ciò che renderà possibile la deside
rata trasformazione della [22'] (*). Premettiamo a tal uopo alcune con
siderazioni relative agli ordini di grandezza, invocando in sostanza,
come ora diremo, il teorema generale di esistenza degli integrali dei
sistemi di equazioni differenziali ordinarie. Un tale sistema è costi
tuito dalle
du r = (r = 1, 2, ..., n),
che definiscono le funzioni u r , lungo una linea generica T, a partire
dalle loro determinazioni iniziali in P (efr. Cap. II, § 5).
Ora il teorema di esistenza assicura che, in generale (cioè quando
sono soddisfatte certe condizioni assai poco restrittive di continuità e di
derivabilità), i valori iniziali definiscono univocamente gli integrali,
(b In verità ei limiteremo qui a indicare le linee generali del ragionamento,
senza soffermarci sugli sviluppi che sarebbero necessari per giustificare i vari passaggi
con perfetto rigore. Una dimostrazione esauriente si può trovare nella memoria Ueber
Parallelverschiebung in Riemannschen Räume del sig. H. Tietze (Math. Zeitschrift, B.
16, 1923, pp. 308-317).