il bastione più avanzato, e ciò certamente al solo scopo di non
toccare la chiesa degli Agostiniani, che si trovava in tal punto, e
che già aveva obbligato a costruire nella vecchia cinta un’appendice
rettangolare.
Tutte le murature della nuova cinta vennero rivestite di pietre
squadrate verso l’esterno e furono terrapienate verso l’interno.
Il fosso esterno, ben profondo, misurava una larghezza di circa
20 metri e nella parte verso mezzodì vi si immettevano le acque di
un ruscello che scendeva dai monti.
La costruzione di tale opera durò molti anni, perchè la Corte di
Madrid era sempre piuttosto deficiente di fondi e la cinta per parec-
chio tempo non ebbe alcuna opera esterna. Nel successivo secolo si
aggiunsero quattro lunette dinanzi alle quattro cortine verso terra,
come risulta da un’incisione del 1693 del Mottier di Amsterdam;
sempre restando immutata la originaria opera del Calvi; altre lunette
e frecce furono costruite in seguito [Tavv. IX e X].
La nuova fortezza soddisfece ampiamente .al suo compito e fu
molto tormentata da operazioni ossidionali: attaccata dai Fran-
cesi nel 1645 fu presa; restituita, fu di nuovo attaccata e ripresa
nel 1693, nel 1712, nel 1794; infine nel 1808 la divisione italiana
del generale Pino l’assediò, aprì una breccia nel bastione Santa
Matia e se ne impadronì, lasciandovi intorno motti o feriti 30 suoi
ufficiali e 400 soldati italiani che si sacrificarono contro baluardi
eretti da un italiano! In tale occasione anche il castello della Ttri-
nità fu conquistato e distrutto con le mine. Nelle mura di Rosas si
vedevano ancora pochi anni fa le gravi distruzioni operatevi un
secolo prima.
Dalla costruzione di tale fortezza e dagli altri studi che il Calvi
ebbe occasione di svolgere venne a lui una particolare fama, per la
quale fu giudicato superiore a Benedetto da Ravenna specialmente
nella giudiziosa scelta dei tracciati. Tuttavia più volte fu criticato per
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