Full text: Gli architetti militari italiani nella Spagna, nel Portogallo e nelle loro colonie (Volume 3)

del XVI secolo, ove perirono anche moltissimi Italiani. La parte più 
alta del castello conserva le tracce delle opere romane, ed altre se ne 
trovano sul monte Benisa, ov’è il “ castello maggiore ,, , del quale 
un’ala mostrava chiaramente il tipo di architettura militare italiana 
del secolo XVI, sebbene non sia noto chi vi abbia lavorato. Questo 
castello, devastato durante le guerre dell’epoca moderna, fu quasi 
distrutto nel 1812. 
Anche l’Alcazar (o castello) di Siviglia, costruito dagli Arabi, ha 
le sue fondazioni su un “ castro ,, erettovi da Giulio Cesare, e del 
quale restano ancora grossi tratti di mura. Poco lontano da queste 
sono alcune totti isolate, di cui una ottagona ed una dodecagona 
(“ Torre del Oto ,,) inalzate anch’esse su residui romani, le quali 
probabilmente costituivano torri di guardia della vicina città di Italica, 
fondata da Scipione l’Africano nel 205. Queste totti, ricostruite dagli 
Arabinel 1220, subirono poi molte modificazioni nelle patti superiori. 
Altra caratteristica opera romana è il ponte fortificato a doppia 
testa; di questo esistono varî esempi, tra cui quello di Salado de 
Morton (Siviglia), che conserva tuttora un’iscrizione di Augusto. 
Col dissolvimento dell’ Impero Romano, si formarono nella Peni- 
sola Iberica varì regni, specialmente per opera dei Visigoti, che 
estesero il loro dominio anche in Africa. Ma questi invasori trascura- 
rono le opere difensive delle varie località e le lasciarono diroccate, 
cosicchè quando gli Arabi, già sorti a grande potenza in Oriente 
dopo la rapida conquista dell’Africa settentrionale, sbarcarono a 
Gibilterra (a. 711), dilagarono facilmente per tutta la penisola, 
scavalcando anche i Pirenei, donde però furono respinti dai Franchi, 
che li obbligarono a stabilirsi a mezzodì dell’ Ebro. 
Nei primi secoli del loro dominio nella penisola, gli Arabi si 
avvalsero molto delle preesistenti opere fortificatorie romane; suc- 
cessivamente innalzarono dalle fondamenta opere architettoniche 
militari, nelle quali profusero le deliziose decorazioni artistiche loro
	        
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