costituito da un muto tettilineo con la Puerta di Tierra sul mezzo,
un altro muto verso ponente, ritirato rispetto l’attuale e la baia
senza difese.
Ma, come quasi sempre avveniva, tali lavori si iniziarono e poi
dopo qualche tempo si arrestarono per mancanza di danaro. Allora
il da Ravenna ritenne opportuno di recarsi alla Corte per tiferitne
al re, consegnandogli anche altre relazioni sulle difese di Gibilterra
e di Perpignano.
Non risulta dai documenti d’archivio quali deliberazioni prese
il sovrano al riguardo di Gibilterra, certamente però i lavori furono
iniziati, perchè sebbene modificati esistono ancora oggi.
In questo periodo di tempo motiva D. Miguel de Herrera, capi-
tano generale di artiglieria del regno e il da Ravenna profittò di tale
circostanza per presentare al re um’istanza affinchè — scriveva egli —
“ gli concedesse tale carica, ben sapendo S. Mà la sua abilità, com’era
dimostrato dai servizi anteriori, quantunque fosse con poco salatio,
tenendolo come ingegnere che attendeva nello stesso tempo ad ambo
i servizi e istruendo gli artiglieri sul modo di fabbricar piattaforme,
non avendo altro intercessore che Dio, S. Mà e i suoi lavori e l’aver
rovinato i suoi proprii affari ,,. Ma era norma costante della Corte
di Spagna di concedere le alte cariche dello Stato solo a sudditi
nazionali, perciò la domanda del da Ravenna non ebbe esito favore-
vole; tuttavia il monarca lo accontentò parzialmente col dono di un
altro gruzzolo di ducati.
Intanto giungeva all’imperatore Carlo V una preghiera del re
Giovanni III di Portogallo, perchè gli concedesse per qualche tempo
il da Ravenna allo scopo di fargli studiare il rafforzamento dei pre-
sidî portoghesi sulle coste africane, sempre minacciati dai pirati sara-
ceni ed inglesi; l’imperatore annuì alla richiesta e l’ingegnere nel 1541
si recò nell’Africa portoghese. Completate rapidamente le sue ispe-
zioni, ritornò in Madrid, ove era vivamente atteso perchè l’esercito
60 -