corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Parigi. Nel 1838, per
influenza scientifica e politica dei suoi amici Arago e Humboldt, aveva ;
il permesso di ritornare in patria, senza poter però ottenere il ripri- t
stino nella sua cattedra parmense, ormai occupata da G. B. Cassiani c
Ingoni. L’anno dopo, sempre per l’intervento dei suoi fedeli amici,
era nominato dal Re delle Due Sicilie direttore del Conservatorio di t
Arti e Mestieri e del Gabinetto di Meteorologia di Napoli. In
questa città riprese i suoi studi prediletti aggiungendovi altre tricer-
che. Numerosissime le sue memorie e le sue comunicazioni lette .
alla R. Accademia delle Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli
ed inviate all’Accademia di Scienze di Parigi. i
Nel 1845, alla presenza degli scienziati italiani riuniti a congresso,
era inaugurato l’Osservatorio meteorologico vesuviano, la cui costru- li
zione era stata iniziata nel 1841. Ne fu nominato primo direttore. c
Scoppiati i moti del 1848, benchè il Melloni non vi pattecipasse S
direttamente, ma perchè noto e venerato da tutta Italia per le sue fi
idee pattriottiche e liberali, veniva nel 1849 destituito, e gli era tolta c
la cattedra ed il laboratorio. Lo scienziato si ritirò a vita privata in il
una villa a Pottici, presso Napoli. Ivi si pose a riunire in una sintesi n
l’opera scientifica della sua vita. Nel 1850 vedeva la luce la « Ther- il
mocròse ou la coloration calorifique », superbo libro di facile lettura, o
nel quale, attraverso una trattazione rigidamente scientifica, vibra &
l’anima di chi, profondo ammiratore della natura, sente la poesia di p
averne rivelato uno dei grandi segreti animatori [figg. 38-39]. Lo n
scienziato parmense si preparava ad aggiungere alla sua opera un e
secondo volume, quando, vittima di un’epidemia colerica, lo colse le
la morte l’11 agosto 1854. cd
Oltre ai suoi immottali studi sul calore raggiante, si devono al i
Melloni numerose altre importanti ricerche: notevoli quelle sulla
proprietà della retina e del cristallino, lungamente descritta in una
lettera diretta nel 1842 al fisico de la Rive; sulla potenza calorifica
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