Asterio vescovo di Amasea, nel Ponto, descrive i tessuti
fabbricati nelle officine del secolo IV: « In quei drappi vedi
leoni, pantere, orsi, tori, cani, selve, sassi, cacciatori, tutto
insomma quanto sa fare la maestria dei pittori intesa ad imi-
tar la natura. Nè le pareti solo e le case ne sono adorne,
ma altresì le persone nelle tuniche e sopra queste nei palli >».
Tali tessuti che adornarono le chiese cristiane, li vediamo
anche stesi sotto le figure sedute sui sarcofagi romani, esem-
pio in uno del Campidoglio.* Era naturale, quindi, che la
pittura e il musaico cercassero d’imitare il vero o di pro
durne la illusione, dipingendo vela preziose, parature fio-
rite, tappeti alessandrini. E tal sistema decorativo resterà
a Ma.
sattedra
ati“
1a IN Fig. 202 -— Ravenna. Cattedrale. Urna di San Barbaziano
: tradizionale nell’arte, anche quando con l’andar del tempo le
vela più di rado saranno appese sulle porte delle chiese,
nelle aule interne dei principi e nei santuarî. Nel basso delle
1 ASTERII AMASEAE EPISC. Homil. de Divite et Lazzaro. Ed. Combesis. Pati-
siis, 1648. ; ; :
2 DE Rossi, Della basilica di Giunio Basso console sull’ Esquilino, in Bullettino,
1870-71.