Full text: Dai primordi dell'arte cristiana al tempo di Giustiniano (1)

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« Quelle dimore chiuse e senza sole, scrive Epifanio, quelle 
caverne echeggiarono del rumore della venuta del Cristo 
con il suo divino corteo, a capo del quale camminava Ga- 
briele, come quello che ha per costuine di portare agli 
uomini le liete novelle. La sua voce, forte come il ruggito 
del leone, volge quest’ordine alle potenze nemiche: Togliete 
le porte, o voi che costì comandate; e di subito un capo 
gridò: Via, o porte eterne! Le. Virtù dissero alla loro 
volta: Ritiratevi, o guardiani perversi. E le Potenze grida- 
rono: Rompetevi, o catene indissolubili. Poi un’altra voce: 
Siate confusi di vergogna, implacabili nemici! E un’altra: 
Tremate, ingiusti tiranni! Allora, per lo splendore dell’ in- 
vincibile esercito del Re onnipotente, un brivido, un disor- 
dine, un terrore lamentevole cadde sui nemici: di Dio; e per 
quelli che erano nell’Inferno si fece tosto un abbassamento 
di tenebre nell’abisso; e sembrò che una pioggia di lampi 
abbagliasse dall’alto le potenze infernali, che udivano echeg- 
giar come tuoni le parole degli angeli e le grida dell’eser- 
cito... Allorchè il Signore penetrò nel più profondo del- 
l’abisso, Adamo stesso, quello che, nato il primo, era più 
separa. 
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_- Fig. 213 — Ravenna. Sant’Apollinare in Classe. Arca di San Teodoro 
innanzi nel regno della morte, inteso il grido del Signore 
che si recava a visitare i prigioni, si volse verso quelli che
	        
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