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arboscelli, e spicca sul cielo limpido (fig. 112); i miti agnelli
vaganti sul terreno si volgono a lui, come presi da incanto; il
piano lieto di frescura si spezza nel margine in tanti cristalli
di quarzo e scintilla d’oro ove più si avvicina all’osservatore,
come nella campagna par che le erbe s’imperlino e i fiori
ridano ove più son prossimi ai passi del viandante.
La dolcezza dell’effetto della lunetta, dal chiarore di cielo,
è messa in risalto dall’azzurro profondo della volta che si
diparte intorno ad essa e copre quel braccio del mausoleo
con un tappeto sparso di aperte corolle di fiori, che mostrano
bianchi e aurei semi; di globetti d’oro; di stelle azzurrine;
di cerchi in vario grado d’azzurro ornati nel mezzo da bianche
stelle, nella periferia da punte e da trifogli.
Gli altri tre bracci, che formano una croce latina con
questo primo dell’entrata del mausoleo, sono pure adorni
nelle volte: l’uno, cioè quello opposto al braccio descritto,
dallo- stesso tappeto a musaico; gli altri due, a destra e a
sinistra, dalla vite dorata che sale in regolari volute, di qua
e di là da candelabri, in mezzo a ognuno de’quali s’aderge
un apostolo, e si arresta nel centro intorno al monogramma
costantiniano del Cristo.
Nelle lunette degli altri tre bracci della croce si osser-
vano una rappresentazione storica non definita sin qui e due
decorative: quella, nel fondo del mausoleo, dirimpetto alla
porta, mostra un santo che s’inoltra con un libro aperto, la
croce sulla spalla destra, le vesti agitate dal vento, verso
una catasta di legna ardenti per bruciarvi forse il libro
de’ Manichei: le fiamme salgono in mezzo a una stanza, ove
sono esposti in un armadio i libri dei quattro Evangeli.
Le altre due composizioni figurano due cervi che si avan-
zano sitibondi verso una conca d’acqua circondata da un
cespo, dal quale si dipartono e s’aggirano rami dorati per
tutto il campo della lunetta.
Nel tamburo della cupola, di qua e di 1à dalle finestrine
che s’aprono sotto erandi conchiglie ornate di file di perle,
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