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per posare corone d’alloro, tiene nella destra un serto di
lauro, nella sinistra una lancia, ed è accompagnata da ge-
nietti con faci; Treviri, infine, a guisa di amazzone galeata,
con asta e scudo, trae prigioniero un barbaro germano, in-
torno al quale stanno un bicchiere gemmato, un corno da
caccia, un cantaro, due targhe, un arco e un turcasso. Il
fatto, scrive il Kondakoff, che Treviri ha sostituito Antiochia,
permette di supporre che il manoscritto sia stato eseguito
a Roma; ma questo non sembra argomento per giudicare
del luogo di esecuzione del calendario, perchè nell’ordo 70-
bilium urbium d’Ausonio prima incontriamo Roma:
Prima urbes inter, divum domus, aurea Roma.
In secondo luogo Costantinopoli e Cartagine, nel terzo Antio-
chia e Alessandria, nel quarto Treviri:
Armipotens dudum celebrari Gallia gestit ;
Trevericaeqgue urbis solium, quae proxima Rheno,
Pacis ut in diae gremio secura quiescit :
Lmperii vires quod alit, quod vestit et armat. *
Nell’ordine seguito dal miniatore, Costantinopoli non ha
la compagna Cartagine, e così Alessandria non ha la città
a cui era pareggiata. Questo non dà quindi il modo di for-
mar congetture sulla origine del manoscritto, che si dimo-
stra tuttavia fatto nell’Occidente, e con probabilità a Roma,
specialmente perchè reca il nome di Filocalo, calligrafo di
papa Damaso, ricordato nell’epigrafe del Museo Lateranense.
A carte 6 della copia barberiniana è disegnata la Vit-
toria con un’aquila legionaria, in atto di scrivere in un clipeo:
SALVIS AVGVSTIS FELIX VALENTINVS, così come
suole esser figurata ne’ medaglioni de’ bassi tempi scri-
vendo i voti decennali o vicennali dell’imperatore. Nella pa-
gina seguente è un arco trionfale con pilastri gemmati e con
I MIGNE, Patr. lat., 19, pag. 870.