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tinte non ne avesse impedita la buona conservazione, atte-
sterebbero che ai primi del secolo VI non era ancor fatta
una divisione netta tra l’arte greco-romana e la bizantina.
Tra gli altri codici, copie di antichi esemplari, possono
particolarmente considerarsi il Cosmas Indicopleustes e il
Terenzio (n. 3868) della Biblioteca Vaticana, il Nicandro della
Fig. 317 — Roma. Santa Sabina. Porta intagliata
Nazionale di Parigi. Non teniamo conto del Virgilio 707a72us
(n. 3867) della Vaticana, perchè le illustrazioni che reca sono
certo un esercizio di fanciullo barbaro, o di barbaro igno-
rante quanto un fanciullo. Si sono supposte imitazioni di un
magnifico manoscritto perduto; ma quando si tolga la ima-
gine, due volte in differenti proporzioni ripetuta nel codice,
del poeta Virgilio seduto in cattedra, con pallio e tunica
bianca corsa verticalmente da due bande purpuree, convien
ritenere che al misero miniatore mancasse la capacità di
comprendere e di riprodurre un esemplare antico, se pur lo
aveva dinnanzi. Del resto, quand’egli rappresenta de’ pastori,