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Enoch, forte ed energico (c. 56, fig. 143), ha il viso gial-
lastro con luci rosate, barba e capelli di color castagno
che trae al violaceo, il nimbo formato da una foglia d’oro
non bene arrotondata e limitato da un cerchio verde, il
pallio rosa violaceo, la tunica verde con grosse lumeggiature
bianche. Senza quel suo gesto di benedizione si crederebbe,
dice il Kondakoff, di vedere qui effigiato un oratore greco,
tanto i lineamenti del volto e tutto il drappeggiamento sono
antichi. Presso a lui, seduta sopra una base verde, sta la
Morte, con la chioma svolazzante, e come in atto di volgersi
da altra parte per isfuggire la vista di Enoch. Prima disegnata
con un tratto come di seppia, fu poi dipinta nelle carni di
un color verdastro, livido nelle ombre, così che sembra un
cadavere in putrefazione.
Melchisedec {c. 538, fig. 144) è in atto d’orante: non è
rappresentato come il sacerdote dell’Altissimo, ma come il
re di Salem, nella foggia degl’imperatori bizantini, con la
clamide adorna della tabula (+464iov) d’oro, con la tunica ce-
leste dai c/avi e dalle orlature dorate; le calze sono purpuree,
ornate nelle punte e nelle calcagna da tre perle indicate con
tre puntolini bianchi. La corona sul capo, formata da una
striscia di stoffa purpurea, reca appuntate sedici perle e nel
mezzo una gemma rossa o un rubino. Il colore delle carni
è rosa pallido, le pupille come in orbite incavate, i capelli
e la barba neri.
Il Sacrificio d’Abramo è rappresentato a c. 59 (fig. 147)
con la figura del patriarca, dalle carni gialle ravvivate da
luci rosee, come nel profeta Enoch; e quelle luci sui pomelli
delle guance, in Abramo e nelle altre figure della scena,
crescono d’intensità sino a tingerli del color della pesca. Il
servo dietro all’asino, bardato e con sella dorata, ha una tu-
nica ad esomide viola; l’altro che lo tira, una tunica rossa,
adorna davanti d’una larga stola verde. Isacco che porta
le legna ha una corta tunica celeste con due bande verti-
cali d’oro; Abramo, intento al sacrificio, ha il pallio violetto,