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e i segni della loro religione. Ne abbiamo riprodotto qui 
alcuni saggi: in una si vedono due uomini che portano sulle 
spalle l’enorme grappolo della terra promessa da Dio al po- 
polo d'Israele (fig. 418); il signum Christi (figg. 419 e 420); 
il martire con la palma e co’ rotuli degli Evangeli a’ piedi 
(fig. 421); una testa di apostolo (fig. 422); la croce innal- 
zata sopra una colonna (fig. 423); il Cristo con la croce, e 
a’ piedi un serpente e un drago indicanti l’eresia (fig. 424); 
un gallo, simbolo della vigilanza (fig. 425) raccomandata dal 
Cristo con le parole: « Vegliate, perchè non sapete se il pa- 
drone di casa venga a sera, a mezzanotte, al canto del gallo 
o alla mattina ». 
Quasi tutte sono di grande rozzezza, anche negli ornati 
a stampa che circondano il cavetto della lucerna, a puntolini, 
a segni geometrici, che sembrano preannunziare la scultura 
ornamentale del più oscuro medio evo. 
sei, 
Gli orefici di Roma formarono una corporazione sin dal 
tempo di Marc’Aurelio. Tre di essi sono annoverati fra i 
cristiani: Elia argentario, ricordato in un epitafio dell’anno 406; 
Gaudenzio, che comprò una camera in una catacomba; Giu- 
liano, morto nel 557. ' Il picciol numero non ci deve lasciar 
supporre che le industrie del metallo non fiorissero singo- 
larmente nei bassi tempi. Ne dava un saggio il tesoro di 
argenterie pagane del IV secolo, scavato presso il monastero 
delle religiose Minime sull’Esquilino, illustrato da Ennio 
Quirino Visconti nel 1793. Erano gli arredi di un’antica 
toletta di Projetta, matrona romana: una cassetta d’argento 
con bassorilievi allusivi all’acconciatura della giovine sposa; 
il ritratto in mezza figura di lei e di Secondo, suo marito; 
1 X. BARBIER DE MONTAULT, Les orfèvres et joailliers à Rome, in Revue de Part 
chrétien, 1889, pag. 179 e segg. 
2 Lettera di Ennio Quirino Visconti su di un'antica argenteria novamente scoperta 
in Roma. Roma, Salomoni, 1793. 
e