— TI E -
Onorato sin qui quale maestro che ha stabilito con isforzo
prodigioso il principio dell’imitazione dell’antico, Niccola
d’Apulia, come abbiamo veduto, ne compì uno ben maggiore,
di abbandonare il metodo applicato a Pisa per sorprendere
la natura ne’ suoi aspetti e penetrare nell’anima umana.
A Pisa è più potente, grandioso, monumentale; a Siena più
cristiano e più drammatico.* L’antichità fu il tramite per acco-
starsi alla realtà, il tirocinio tecnico del grande precursore.
Egli mise a contributo tutto ciò che gli si parava innanzi,
finchè a Siena e altrove poi, quasi che si destassero in lui
nuove e feconde energie creatrici, rivelò intero il suo genio.
1! Ci riserviamo di studiare compiutamente nel volume prossimo tutta l’opera di Niccola
d’Apulia, il grande influsso da lui esercitato, la diffusione dell’arte sua per tutta l’Italia,
da Pisa a Genova, a Milano, a Padova, a Treviso, a Venezia, a Ferrara, a Bologna;
nella Toscana e nell’ Umbria; da Roma a Napoli, ecc. Non lo facciamo ora, perchè Nic-
cola, mentre corona l’arte romanica. è l’iniziatore dell’età per lui, per Dante e per
Giotto eloriosa.
OTAÀ