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Reno, dove le arti si studiavano e si professavano, può ben es
supporsi che di 1à qualche tributo si portasse alla terra che seri
aveva offerto e offriva gli esemplari antichi. E del resto le In £
analogie tra le chiese del Reno e quelle d’altri luoghi della -
Germania lasciano pensare ai rap-
porti che necessariamente si strin- Li
sero tra dominatori e dominati, Dort
rapporti di cui testimoniano molte n
chiese romaniche tedesche, esem- lu
pio Santa Maria del Campidoglio ’
e la chiesa degli Apostoli a Co-
lonia, il duomo e la chiesa di No- r0s
stra Donna in Treviri, la chiesa ma
abbaziale in Maria Laach, di Car» ragg
den sul Meno, ecc. stru
Come a Milano gli stucchi del let
ciborio di Sant'Ambrogio, così tori
a Verona, più tardi, le statue del fron
pontile di San Zeno col Cristo e br
gli apostoli (fig. 96, 97, 98) mo- din
strano tracce dell’arte nordica Sa
nella rigidezza delle forme lun- I
ghe e dagli atteggiamenti spez- v
zati. Nello stesso modo che nel Sar
Monferrato e nel Piemonte $s’ in- tr
sinuarono forme di Provenza e di n
Borgogna, nella capitale lombarda '
e a Verona, quasi suburbio vene-
Fig. 96 — Verona, San Zeno ; i
Statiia del pontile ziano, si inoltrarono forme ale-
manne. Quello scultore del Cristo
e degli apostoli eseguì anche con tutta probabilità la figura del
papa, sotto un baldacchino, di fronte al fianco destro della
basilica zenoniana. E quivi, intorno alla rosa della facciata, si
vedono figure che cadono lungo il cerchio a destra e ascen-
dono in quello di sinistra. È la ruota della fortuna, quale