Full text: L' arte romanica (3)

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la cattedrale di Bologna. Insieme con Lanfranco architetto i 
operarono Guglielmo e Niccolò scultori, che, come vedremo 
in seguito, lavorarono nella cattedrale di Cremona, nella chiesa | 
abbaziale -di Nonantola, nelle cattedrali di Piacenza e di 
Ferrara, a San Zeno e nel duomo di Verona, portando colà 
certamente non solo la loro perizia nello scolpire, ma pur 
l’arte dell’architettare, come può supporsi per essere allora 
commiste le attribuzioni di architetti e scultori, ed anche 
per molte corrispondenze 
nell’aspetto delle chiese sud- 
dette. Da Guglielmo e da 
Niccolò derivarono altri 
maestri, che lavorarono a 
kano e a Modena nelle 
cattedrali; a: San .Vitale di 
Reggio d’ Emilia, a San Be- 
nedetto di Polirone, nella 
cattedrale di Parma, a San- 
t’Ilario e Sant'Antonino di 
Piacenza, e prepararono 
Fig. 100 — Legnago, Casa Bonomi l’Antelami, che coronò l’o- 
Rilievo porone LN piene di San Pietro pera delle generazioni ro- 
o maniche dell’Emilia lavo- 
rando co’suoi seguaci a Parma nella cattedrale e nel battistero, 
a Borgo San Donnino, a Cremona e a Ferrara nelle cattedrali, 
a Forlì in San Mercuriale, a Padova in Santa Sofia, a Ve- 
nezia in San Marco e nella chiesa dei Santi Filippo e Gia- 
como, financo a Milano nel palazzo del Podestà e a Ver- 
celli in Sant’Andrea. 
L’arte emiliana quindi ebbe molta diffusione nelle re- 
gioni limitrofe, anche associandosi i tagliapietra veronesi nella 
seconda metà del secolo XII e nella prima del XIII, proprio 
quando la ricchissima decorazione de’ mattoni in piano ri- 
vestì il duomo di Cremona, il palazzo comunale di Piacenza, 
la cosiddetta casa di Ezzelino a Padova; e il gotico spuntò a
	        
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