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abbassate e, tra l’uno e l’altro, due -
uomini sorgenti dai sarcofagi, con le -
mani in alto supplici,
Wiligelmo e Niccolò lavorarono
dunque insieme a Modena nella parte
più antica della cattedrale consacrata
nel 1106, probabilmente a Cremona
prima del 1114, a Nonantola innanzi
il 1117, a Piacenza poco dopo il 1122,
anno in cui la cattedrale ebbe prin-
cipio.
Verso il 1135 li troviamo forse en-
trambi a Ferrara, dove nella facciata
era questa iscrizione volgare ora per-
duta :
il mile cento trempta cinqve nato
fo questo templo a zorzi consecrato
fo nicolao scolptore
e glielmo fo lo avcetore.'
Questi versi, due endecasillabi e
due settenarî, erano disposti in otto
righe su di un cartello, ch’era distrutto
nel 1711, fiancheggiato probabilmente
da Enoch e da Elia, come simili car- i
telli a Modena e altrove.” La forma di
quell’iscrizione ha suscitato molti dub- 2
bî, così che più sicuramente possiamo
I Prima dal Borsetti (Historia almi Ferrariensis ,
Gymnasii, Ferrara, 1735) e poi dal Muratori (Disserta-
sioni sopra le antichità italiane, II, Milano, 1751) fu-
rono pubblicati questi versi. Nel 1773, pubblicandosi
le Memorie istoriche delle chiese di Ferrara dello Sca-
labrini (Ferrara, pag. 2), fu proposta una nuova lezione
della lapide, più complicata, che sembra la prima arti-
ficiosamente rimaneggiata.
2 Vedi a proposito dell’iscrizione: CIPOLLA, op. cit..
pag. 607 e seg.