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Piacenza; ma mentre prima del 1135 Niccolò accompagna 1n
Wiligelmo, a Ferrara quegli pare abbia lavorato solo, a meno per
che in quel slielmo fo lo avctore non si voglia sospettare '
ricordato il maestro che a Modena, prima della consacrazione
della chiesa, ebbe la parte più importante nei lavori scultorîì,
e quindi che a lui si debba l’architettura, il disegno del duomo
di Ferrara. E il sospetto può sembrar ragionevole a chi pensi
Fig. 168 — Cremona, Museo Ala-Ponzoni. Timpano della porta di San Vito
che nel medio evo lo scultore è di frequente architetto, avcto7e
di edificî.
Quest’ipotesi è avvalorata dal fatto che a Verona ancora
s’ incontrano Guglielmo e Niccolò. Del primo è parola in una
iscrizione ridotta a buona lezione dallo Sgulmero:
QVI LEGIS: ISTE PIE - NATVRA: PLACATO* MARIE
SALVET- IN ETERNVM — QVI SCVLPSERIT ISTA GVILLELMVM :
Tale iscrizione in versi leonini dovette esser posta quando
fu compiuta la facciata di San Zeno Maggiore, innanzi al-
l’anno 1139; ma tanto a San Zeno quanto nella cattedrale
veronese domina una stessa maniera d’arte, e nella cattedrale
I V. SGULMERO, op. cit.