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nelle fauci, ricavata dai battenti delle porte romane; un drago
simile all’antecedente, ma senz’ali; un cignale e un’altra testa
leonina con anello. Tutte queste figurazioni sono d’un seguace
dell’Antelami, che fa le teste assai grosse e larghe, le guance
enfiate, il mento appuntato, le orbite scodellate, e dà alle figure
il riso della maschera, mostrando grandi relazioni con l’arte
veronese contemporanea, quali si notano nell’altar maggiore
della cattedrale a figure di apostoli, veri mascheroni, che nel
ghigno e nella gonfiezza ricordano lo scultore dello zooforo;
ma se nell’una e nell’altra opera si ha la stessa mano d’artista,
Fig. 305 — Parma, Battistero. Stele con le rappresentazioni dei mesi
il che sembra difficile a dimostrare nonostante quei rapporti
generali di bottega, convien dire che, nel lavorare la fascia
che accerchia il battistero, egli fu trattenuto, diretto, dominato
da Benedetto Antelami. Il contrasto tra le figure di questo
maestro e quelle dello zooforo si nota, senza correre troppo
con lo sguardo, al riscontro delle tavolette con le regine che
| 1 Sulle rappresentazioni bestiarie confronta, oltre CAHIER e MARTIN nelle Nouvelles
Mélanges, e P. EVANS, Animal Symbolism in Ecclesiastical Architecture (Londra, 1896),
O anche G. MAZZATINTI, Un bestiario moralizzato Rendiconti dell’ Accademia dei Lincei, 1889).