Full text: L' arte romanica (3)

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tengono sollevate due rose, quali si vedono agli angoli del 
battistero nella stessa linea dello zooforo. Dai calici delle rose 
spuntano or la Giustizia e la Pace, or la Modestia e la Pru- 
denza, ora altre Virtù. Le tavolette sono proprio dell’Antelami, 
più misurato e fine, ben differenti dalle tumide e turgide cose 
del suo cooperatore veronese." 
Il battistero di Parma è opera la maggiore e meglio com- 
piuta della scultura romanica del Settentrione. Il poema della 
redenzione umana si spiega all’esterno dal sacro luogo custo- 
dito dagli angioli solenni, che svolgono il rotulo delle promesse 
divine, e vigilato dai profeti chiaroveggenti, testimoni delle 
avverate speranze delle genti. Il legno su cui passò la regina 
Saba è divenuto simbolo della redenzione; Maria, la Regina 
dell’umanità redenta, si estolle alla vetta dell’albero di Jesse; 
profeti e patriarchi la esaltano. Con la mistica genealogia 
della Vergine si svolgono all’esterno del battistero i prodromi 
della vita del Cristo, la quale continuerà ad esporsi all’interno, 
insieme con quella del Precursore. Il divin Fanciullo dive- 
nuto l’eterno Giudice, che solleva le braccia tra gli angioli, 
che tengono i segni della sua passione in terra, e tra il coro 
degli apostoli; al suono delle tube apocalittiche gli eletti e 
i reprobi sorgono dalle tombe; l’uomo santificato con le opere 
di misericordia, l’uomo rigenerato dal lavoro, troverà la gloria. 
Il sole s’alterna con la luna a illuminare la terra, il giorno 
sorge e tramonta, l’albero della vita umana è minacciato alla 
radice, la morte aspetta; ma la vita eterna sarà data dalla 
grazia divina. Apra pure la gola il drago infernale, s’aggirino 
pure tutte le belve, gli errori, i vizî intorno al fonte della 
grazia; essi saranno fugati dal Dio che soggiogò ogni potenza 
del male; dentro al battistero è il lavacro dell’anima, la rige- 
nerazione, la salvezza. 
Nell’interno del battistero, oltre le due lunette delle quali 
1 Una sola figura in marmo’ bianco, incastrata tra le altre in marmo rosso nell’altar 
maggiore della cattedrale parmense, fa pensare non all’Antelami, ma a un suo immediato 
recutsore:
	        
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