Full text: L' arte romanica (3)

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- milanese del tempo. E il re Sant’ Erico, morto nel 1160, si 
_- conformò al costume romano (more romano) per fabbricare 
e la prima cattedrale d’Upsala.' 
ln Queste notizie, mentre ci confermano nell’opinione della 
| DN grande diffusione dell’architettura lombarda, specialmente al 
o, principio del secolo XI, non sono sufficienti a illustrare il rin- 
rai novamento, l’ardore improvviso di vita giovanile che Raoul 
a Glaber attestava, guardando il mondo spogliarsi della vec- 
rane chiaia e vestirsi come di una candida veste ecclesiastica. Dal 
ata vecchio tronco della romanità erano spuntate nuove radici, 
fave che solo più tardi del Mille potremo riconoscere nel loro 
lin cammino attraverso le terre, quando esse portano al tronco 
le linfe assorbite ne’ paesi lontani. In iscambio de’ maestri 
Om usciti d’Italia, che concorsero alla formazione dell’arte nor- 
"1 che manna, altri ci vennero poi d’oltralpe a recarci nuove forme, 
sud- le lombarde stesse appieno trasformate per gl’innesti subiti 
i In dagli abili cultori. 
nico Nell’anima delle arti romanze vivrà l’antico: resteranno 
È Cro- le reminiscenze delle classiche forme degli archi di trionfo, 
| mo- delle terme, dei teatri, dei fòri, si rispecchieranno le forme 
è {Ul rustiche romane provinciali, le stele de’ legionarî, come i sar- 
rai, cofagi de’ bassi tempi e de’ cristiani primitivi; ma l’aspetto 
1ardo delle arti belle sarà mutato e vario, per la tendenza degli 
gi elementi indigeni a comporsi in forme nazionali, così come 
gigi le lingue d’oc e d’oil saranno differenti dal linguaggio «del 
a bel paese 1à dove il sì suona». Dopo il Mille le arti romanze 
nza cercano l’adattamento al paese, all’aria, alla luce, libere dalle 
formule e dai moduli. Eredi della latinità, che ricevettero vec- 
dd chia, decadente, diruta, le arti dei popoli rifatti per gli etnici 
[agi contatti e rinnovati dal cristianesimo, si provano a trasfor- 
marla giovane e forte e bella. Ma dal Mille al principio del 
secolo XII, come non appaiono se non gli accenni del for- 
marsi de’ linguaggi romanzi, così appena si vede nelle arti 
I HopgE, Histoire de l’architecture, pag. 210 e 231.
	        
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