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lungo la superficie conica, l’altro con pianticelle che formano n
ellissi terminate da foglie. terrà
Di lavori in ferro nell'età romanica vanno segnalati i por
fornimenti di porte in Sant'Antonino di Piacenza e presso
la chiesa della badia di Vezzolano, a grandi lastre gigliate
a mo’ di quelle delle porte nelle chiese di Francia. Parte
de’ fornimenti, specie gli anelli da porta, rimangono qua e
là, e ne ricordiamo tra gli altri uno nella chiesa di Lovere,
due nella cattedrale di Oristano con la data MCCXXVIII, e due
altri alla cattedrale di Susa; ma ancora ci resta di meglio
nella decorazione delle porte laterali di Borgo San Donnino,
dove in una dalle fasce ferree si sprigionano rami che termi-
nano a foglie stellate; nell’altra, serpentelli che alzano dal
fusto la testa (fig. 389); fasce o lastre, rami e serpentelli incisi
a stelle, a losanghe e a cerchietti.
Della pittura romanica nell’Italia abbiamo poche tracce.
[ documenti ricordano la considerazione in cui eran tenuti
gli affreschi della cattedrale di Reggio nell’Emilia, se il
Comune proibiva di far fuoco e fumo nella piazza, per
timore che ne soffrissero danno; ma oggi gli scarsi e guasti
frammenti dell’ampia rappresentazione del Giudizio Univer-
sale non permettono quasi di farci un’idea del grandioso
effetto risultante. Nè i nomi di Martino da Gorgadella, pit-
tore dell’anno 1096, di. Alberto da Marzolaria, ricordato
l’anno 1103, e di maestro Ardimento, che dipinse il chiostro
di San Prospero nel 1192, * riempiono il vuoto delle nostre
cognizioni sul fiorire della pittura romanica. Meglio che
all’esterno della cattedrale di Reggio, nella cella campa- i Es
naria. sull’archivolto della porta d’entrata, si può vedere an
1 G. B. VENTURI, Notizie di artisti reggiani, in Atti e Memorie della Deputazione di _
storia patria per le provincie modenesi, serie III, vol. IL, p. 1, 1883.