440 =
e, di San Matteo e quella ogm o
tI dova la di Pietro abate, hannoi piregprane ito mo
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segni ripassati d’acque- “io at 1 pi on
tinte, così che ne resta ere
determinato il chiaro-
Scuro (fig, 416).
Di una scuola della
miniatura fiorita nel
monastero di San Be-
nedetto di Polirone è
saggio quel codice pre-
zioso, come il Salterio,
della stessa provenien-
za, pure nella Biblio-
teca di Mantova (C. III,
20, Psalterium David),
importante per le illu-
strazioni marginali con
figurazioni di tropi
grammaticali riferen-
tisi al commento, e con
illustrazioni letterali
dei salmi. Ricchissimo
di colori, azzurro e
rosso denso nelle vesti,
Fig. 422 — Piacenza, Duomo
porpora e verde nel Ms. “cita Biblioteca Capitolare
fondo, con tinte piatte
e qualche lumeggiatura bianca, il salterio ritrae ancora del-
l’arte carolingia o deriva da un antico modello della scuola
di Corbie, come può vedersi nella rappresentazione di David
fra i cori (fol. 1 v., fig. 417) e innanzi all’arca dell’alleanza
(fol 2tr., fio. 418),
pe 1 Nell’atlante suddetto si citano e s’illustrano il messale del secolo x1 della catte-
drale di Novara (tav. xxx1II); i « Commentarî all’Apocalisse » sopra citati, del secolo xII
(Bibl. di Torino, cod. I, 11, 1); i « Trattati teologici » attribuiti a Ugo di San Vittore,
del secolo xIII.
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