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s’insinua, spunta attraverso le forme nuove e s’avviticchia
ad esse, ora con le chimere che reggono i piedi del letto di
Faraone, o con le teste leonine nelle imposte delle porte delle
case, ora con i basamenti degli edificî dalle molteplici sagome
ricavati da antichi cornicioni, ora con i fondi de’ bassorilievi
dai rami a spira che s’innalzano su da cespi, o con rosoni
dalle foglie trapezoidali e staccate l’una dall’altra, come nei
Fig. 505 — Capua, Museo Campano. Antefissa del castello di Federigo II
vasi campani. In molti tratti si trovan pure attinenze o somi-
glianze de’ cancelli con l’antica arte campana, anche nel vol-
gersi curvo de’ drappeggiamenti delle figure. I compartimenti
d’ogni rettangolo sono incassati a mo’ de’lacunari o delle for-
melle d’un soffitto, come si vedrà poi ne’ riquadri del can-
delabro di Gaeta; e i bassorilievi sono separati da strisce
ornate di rami e foglie di vite, segnate a fori da trapano.
Nel rettangolo con i fatti della vita di Giuseppe le storie si