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dell’asse mediano della faccia del pulpito, dove sta il peccatore
con una mano sulla testa, vinto dal dolore, e con i piedi sopra
una tigre.
Qui le forme appaiono alquanto più svelte, ma se si guarda
alla parte svolazzante del manto del profeta, di una stoffa
grossa, poco pieghevole, a curve e addentramenti concavi,
sarà facile notare come uno stesso principio d’arte, uno stesso
carattere tecnico conformi i frammenti ravellesi e l’ambone
di Sessa Aurunca. La sibilla di Ravello tiene la stessa scritta
Fig. 15
Fig. 516 Fig. 517
Napoli, Museo Nazionale. Medagliere - Augustali
della sibilla di Sessa: CVM VENERIT SCS SCORVM. Ora, il pul-
pito di Sessa fu eseguito in gran parte al tempo del vescovo
Pandolfo, dal 1224 al 1259; tutte e tre le opere quindi è pro-
babile appartengano a quel periodo.
A Sessa Aurunca impareremo anche a conoscere uno dei
maestri della bottega neo-campana. Nel grande arco mediano
del portico della cattedrale di Sessa (fig. 527) si vede rappre-
sentata la leggenda dei Santi Pietro e Paolo. L’arco, legger-
mente arcuato, poggia su due mensole, in quella di sinistra con
Sansone che uccide il leone, in quella di destra con Noè ignudo,
dalle membra sottili, ben modellate, il quale si tiene con le
mani a un tralcio di vite. L’arco che poggia sulla mensola
e
i