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Seguite così le rappresentazioni, da destra a sinistra, sa-
lendo l’arco sin quasi al sommo, seguiamole nell’altro qua-
drante, montando da sinistra a destra, dove però non gli
Atti degli apostoli, ma gli apocrifi e la leggenda aurea di
Jacopo da Varagine forniscono l’argomento delle scene allo
scultore. Narra la leggenda che Simon Mago, vedendo di non
poter resistere a Pietro, venne a Roma per esser creduto
un Dio; e che l’apostolo lo seguì l’anno quarto del regno di
Claudio imperatore. Il Signore gli apparve avvertendolo che
Simone e Nerone tramavano contro di lui, confortandolo e
promettendogli Paolo a compagno. E qui con l’abbraccio dei
due fratelli cominciano le rappresentazioni del quadrante del-
l’arco a sinistra (fig. 532), impostato sulla mensola dove San-
sone uccide il leone. Dopo un ricco meandro il quale chiude
le sue spire in un rosone, sparso d’uccelli che beccan l’uva,
segue la personificazione di Roma (Rom), l’antica signora
delle genti, sul parapetto delle mura merlate, sotto un arco,
fra due torri. Come Cesarea, così Roma nell’arcone, e Ni-
nive che vedremo nell’ambone di Sessa Aurunca, mostrano
che, al modo antico, gli scultori neo-campani davan figura
alle immagini astratte delle città.
Mentre Paolo e Pietro s’abbracciano, dal sommo della
cupola d’un mausoleo Simone esplora, e dietro a lui una
donna discinta, con corona in capo, presso le scale di una
torre ornata in alto da scudi, solleva un velario. Forse è
Roma di nuovo, secondo il prisco tipo di amazzone; ma po-
trebbe anche essere Elena o Selene, ricordata negli apocrifi
come donna di Simon Mago."
In seguito (fig. 533) si vedono i due apostoli innanzi a Ne-
rone (NERO IPER) seduto in cattedra, con diadema di gemme
e con la nappa circensis come i consoli de’ bassi tempi. Assi-
stito da una guardia, egli accenna agli apostoli: e questi ad-
ditano Simon Mago, il quale fa atto di schermirsi dalle loro
1 Cfr. R. A. Lipsius, Die Apokriphen Apostelgeschichten und Apostellegenden,
Braunschweig, 1887.