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A giudicare dalle forme scultorie, col riscontro di quelle
di Sessa Aurunca, si potrebbe quasi crederli del secolo XIII,
se non persuadesse della maggiore antichità la forma più rigo-
rosa, più vicina alla scaturigine classica di quel che mostrino
le altre posteriori sculture. Simili sono pure i profeti, nei pen-
nacchi delle arcate, a quelli di Sessa Aurunca; ma ecco a se-
gnare la differenza uno di essi, più romanamente drappeg-
giato, che stende una scritta con la sinistra, mentre alza la
destra benedicente (fig. 562). Lo studio dell’antichità rimette
in onore le forme ignude, come si vede nel bocciuolo del can-
delabro per il cero pasquale di Salerno (fig. 563), dove le
figure, con una breve clamidetta sulle spalle, sostengon l’im-
posta del capitello, tondeggianti così da far pensare alle an-
tiche cassettine civili bizantine. Tra una figura e l’altra stanno
teste leonine, come se il bocciuolo del candelabro fosse il ca-
pitello della colonna d’una fonte.
Un altro candelabro per il cero pasquale nella cattedrale di
Capua (fig. 564) porta un simile bocciuolo (fig. 565), con caria-
tidi che poggiano sulle volute delle foglie curvate dal vento,
come in molti esemplari de’ bassi tempi; ma le cariatidi non
hanno il movimento saltellante di quelle di Salerno, e sono
meno libere e sciolte." Il candelabro s’innalza sopra una specie
di tripode imitante altri di metallo. Così come doveva ergersi
quello di Caserta Vecchia sul piede a niellature rosse di smalto,
che ancora si conserva; la colonna è divisa in più parti va-
riamente ornate: una prima, in basso, con righe trasverse o
bandoliere di porfido e serpentino; più su, un nodo con uc-
celli tra rami; poi, la rappresentazione della festa per la con-
sacrazione del cero (fig. 566, 567), ossia il vescovo coi diaconi
[A
1 Su questo candelabro cfr.: FRANCESCANTONIO NATALE, Lettera intorno ad una
sacra colonna del duomo di Capua, Napoli, 1776; HERVEUS, Del primitivo uso della
nostra colonna per il cero pasquale; ID., Della grandezza del cero; ID., Del bassorilievo
in essa inciso esprimente la cerimonia del Sabato Santo; ID., Di alcuni riti della benedi-
gione del cereo, indicati ora la prima volta da una preziosa miniatura in un rotulo mem-
branaceo esistente nell’archivio della casa di Sant Eligio dei PP. Teatini; ID., Di alcuni
riti della capuana chiesa praticati nella maggior settimana.