Full text: L' arte romanica (3)

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pittore delle traslazioni: ' l’Ippocrate e Galeno; la prima delle 
storie bibliche, ov’è narrata la vittoria dei Filistei, la presa 
dell’Arca e la morte di Eli; la storia delle traslazioni di San 
Magno; le vicende della martire Secondina; la Vergine se- 
duta in trono col Bambino; tre santi nell’absidiola di destra; 
tutto il ciclo dell’Apocalisse e le volte entro le quali stanno 
Elia ed Eliseo, Melchisedec e Abramo, affreschi nella cripta 
della cattedrale d’Anagni. « Il colore », scrive il Toesca, < è 
dato a buon fresco, sì che rimane sul muro, inalterabile, come 
di smalto; le tinte hanno una trasparenza vitrea che fa parere 
i libri dei due vegliardi (Ippocrate e Galeno) quasi tabelle 
di terra invetriata, sulle quali l’ombra verde sembra un’onda 
di quarzo liquefatto; nei colonnini dei leggii, nelle ombre 
del viso, nell’azzurro del manto d’Ippocrate ancora sì scor- 
gono siffatte parvenze cristalline del colore. Le vesti scin- 
tillano d’infinite tinte, ma sono lumeggiate con la tecnica 
dell’applicare le luci quasi attraverso un cartone traforato, 
onde più tormentate ne sembrano le pieghe. I lineamenti 
principali del viso sono tracciati mediante forte profilo nero 
o di carminio, con vario spessore, sì da mostrare la libertà 
di una mano che adopera i contorni piuttoste per abitudine 
di scuola che per necessità; a questa maniera sono delineate 
le chiome, la barba, il naso tagliato seccamente e con le 
narici alquanto dilatate, i grandi occhi che hanno candido 
bulbo con iridi fulve. Una rossa tinta caldissima, posta lungo 
il profilo nero, comincia a colorire le gote e trapassa, me- 
diante una tinta più chiara, al colore generale delle carni. 
Il volto è lumeggiato per mezzo di luci bianche date labo- 
riosamente sull’alto delle orbite, lungo il naso, ecc.; ombre 
di verde lieve, vitreo, sono presso le narici. Le mani, segnate 
fortemente di nero, hanno articolazioni legnose e appaiono 
vivamente lumeggiate ». Questo pittore del Mezzogiorno 
adunò i più bei colori per dipingere nella cripta d’Anagni, 
I TOESCA, Gli affreschi della cattedrale di Anagni, Roma, 1902.
	        
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