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pittore delle traslazioni: ' l’Ippocrate e Galeno; la prima delle
storie bibliche, ov’è narrata la vittoria dei Filistei, la presa
dell’Arca e la morte di Eli; la storia delle traslazioni di San
Magno; le vicende della martire Secondina; la Vergine se-
duta in trono col Bambino; tre santi nell’absidiola di destra;
tutto il ciclo dell’Apocalisse e le volte entro le quali stanno
Elia ed Eliseo, Melchisedec e Abramo, affreschi nella cripta
della cattedrale d’Anagni. « Il colore », scrive il Toesca, < è
dato a buon fresco, sì che rimane sul muro, inalterabile, come
di smalto; le tinte hanno una trasparenza vitrea che fa parere
i libri dei due vegliardi (Ippocrate e Galeno) quasi tabelle
di terra invetriata, sulle quali l’ombra verde sembra un’onda
di quarzo liquefatto; nei colonnini dei leggii, nelle ombre
del viso, nell’azzurro del manto d’Ippocrate ancora sì scor-
gono siffatte parvenze cristalline del colore. Le vesti scin-
tillano d’infinite tinte, ma sono lumeggiate con la tecnica
dell’applicare le luci quasi attraverso un cartone traforato,
onde più tormentate ne sembrano le pieghe. I lineamenti
principali del viso sono tracciati mediante forte profilo nero
o di carminio, con vario spessore, sì da mostrare la libertà
di una mano che adopera i contorni piuttoste per abitudine
di scuola che per necessità; a questa maniera sono delineate
le chiome, la barba, il naso tagliato seccamente e con le
narici alquanto dilatate, i grandi occhi che hanno candido
bulbo con iridi fulve. Una rossa tinta caldissima, posta lungo
il profilo nero, comincia a colorire le gote e trapassa, me-
diante una tinta più chiara, al colore generale delle carni.
Il volto è lumeggiato per mezzo di luci bianche date labo-
riosamente sull’alto delle orbite, lungo il naso, ecc.; ombre
di verde lieve, vitreo, sono presso le narici. Le mani, segnate
fortemente di nero, hanno articolazioni legnose e appaiono
vivamente lumeggiate ». Questo pittore del Mezzogiorno
adunò i più bei colori per dipingere nella cripta d’Anagni,
I TOESCA, Gli affreschi della cattedrale di Anagni, Roma, 1902.