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Segue nel rotulo di Salerno, e con qualche variante negli
altri della Vaticana e della Casanatense, il Cristo trionfante
entro una mandorla vicino all’abisso, quadro che corrisponde
alle parole: Exultent divina mysterta! Et pro tanti vegis
victoria tuba insonet salutaris! Il Cristo viene innanzi come
un guerriero che dia ordini; alla sua destra s’aprono le gole
infernali, e le porte del baratro si sono infrante.
A questa rappresentazione dovrebbe far seguito la veduta
dell’interno d’una chiesa. Nel rotulo casanatense il miniatore
dipinse due arconi posti su tre colonne variopinte; nel rotulo
salernitano (fig. 670), la chiesa a tre navi nel fondo con le vela
stirate davanti alla porta. Innanzi alla chiesa si vede l’ambone
con l’arcidiacono che tiene il rotulo spiegato nella sinistra e
benedice con la destra il cero pasquale, mentre una folla di
leviti canta. Così alle scene sacre l’artista alterna le reali,
e pur interpretando parola per parola la formula della bene-
dizione del cero, dando figura alle lettere del discorso sacro,
non si allontana dalla vita. Prima di rendere l’esultanza degli
angeli ci ha dato la rappresentazione del vescovo in cattedra
e de’ diaconi; ora, prima di passar oltre, si trattiene a figu-
rare il cherico che accende il lucignolo del cero, e la ceri-
monia della benedizione.
« Goda anche la terra illuminata da una luce sì splen-
dente, che s’irradia dall’eterno Re, e senta la caligine par-
tirsi dal mondo ». Così il cantore; e l’artista figurò la Terra
seduta, ignuda sino a mezzo il corpo, con tanti raggi rossi
intorno al nimbo, con le braccia alzate, scotendo nella destra
esultante una fiaccola; essa guarda Dio, benedicente dall’alto,
da un arco dorato, donde piove luce sul suo corpo. Un aureo
cinto cade da’ suoi lombi; un cervo e un toro succhiano il
latte delle sue mammelle; a destra, una figura, che non si
discerne nella riproduzione, tutta avvolta nel manto, è l’im-
magine delle tenebre, quale si vede nel rotulo casanatense.
Nell’Exaultet di Bari la Terra si tiene con le mani a due
alberi; come nelle rappresentazioni dell’Aprile, la grande