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presenta i quattro animali simbolici, ciascuno con un versetto
di Sedulio, e la scritta che assegna l’opera a maestro Acuto:
HOC OPVS INSIGNE FECIT COMPONERE DIGNE
ABBAS ECCLESIE ROBERTVS HONORE MARIE
MAGISTER ACVIVS.: FECIT HOC: OPVS
Dal pulpito di Bominaco* e da quello di Pianella, più schiet-
tamente romani, agli altri pulpiti, si nota un primo mescolarsi
di forme gotiche e l’accentuarsi della decorazione a traforo.
Vedasi, nei capitelli dell’ambone di Prata d’Ansidonia (1240),
vicino ad uno imitato dall’antico, un altro goticizzante; e si os-
servi nei capitelli e ne’fregi degli amboni di San Pelino di Valva
e di San Clemente in Casauria l’arricciarsi delle foglie e l’ar-
cuarsi dei lobi di esse. Le forme classiche così mescolate alle
gotiche non tardano a trasformarsi secondo il tipo proprio dei
marmorarî romani del secolo XIII. Ne sono un primo esempio
il candelabro per il cero pasquale in San Clemente a Casauria,
specie di lanternone poggiato sopra un capitello gotico; il
tabernacolo di Santa Maria d’Arabona, pure con un capitello
gotico, con pinacoletti e con la flora più studiata dal naturale;
il tabernacolo di San Pietro in Capistrano con ripiani ad ar-
chetti gotici sostenenti la copertura. Il musaico riveste le co-
lonnine tortili, e le lastre tonde e quadre di serpentino e di
porfido s’incassano ne’riquadri, nel pulpito e nell’iconostasi di
San Pietro ad Alba Fucense, negli amboni e nel tabernacolo
di Santa Maria a Rocca di Botte.
L’arte gotica, che fa una lieve apparizione a San Clèmente
in Casauria e a San Giovanni in Venere, è particolarmente rap-
presentata poi dalla porta di Santa Maria di Giulianova. L’or-
dine cistercense, il quale aveva portato anche negli Abruzzi
le prime forme del gotico, edificando il convento di Santa
Maria d’Arabona, vide presto diffondersi l’arte che trasfor-
mava l’indigena.
1 Riprodotto dal GAVINI, Santa Maria Assunta, ne L’Arte, 1901, pag. 327.