Full text: L' arte romanica (3)

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sostituite eleganti, svelte, proporzioni. La decorazione dei 
capitelli, prima timida, con foglie strette alla campana e 
attaccate ad essa, è divenuta quindi ricca e festosa; le co- 
lonne tortili ora si volgono gemmate e serpentine dalle basi, 
sopra agli stilobati. Non è più il chiostro, ma un loggiato 
d’una corte regale; non più il luogo romito dove il monaco 
erra cercando pace, ma una galleria luminosa dove l’arte 
svela i piaceri della vita. 
Al chiostro di San Giovanni in Laterano si collegano per 
forma gli altri due di San Paolo fuori le Mura e dell’abbazia 
di S$assovivo presso Foligno (fig. 716): il primo, inferiore 
per magnificenza al lateranense, reca in un lato l’epigrafe 
MAGISTER PETRVS FECIT HOC OPVS; il secondo, pure più 
semplice nella decorazione, ha quest’ iscrizione rimata: 
HOC CLAVSTRI OPVS EGREGIVM 
QVOD DECORAT MONASTERIVM 
DONNVS ABBAS ANGELVS PERCEPIT 
MVLTO SVMPTER FIERI ET FECIT 
A MAGISTRO PETRO DE MARIA 
ROMANO OPERE ET MASTRIA 
ANNO DOMINI MILLENO 
JVNCTO EI BIS CENTENO 
NONO QVOQVE CVM VICENO 
Il chiostro di San Paolo ha pure un’iscrizione metrica, 
che gira per tre lati sotto il fregio, la quale ricorda che 
Pietro di Capua, cardinale romano (1193-1209), lo cominciò, 
e Giovanni d’Ardea, abate, nel 1241 provvidamente lo con- 
dusse a fine. * Uno dei lati, più ornato degli altri, reca la 
segnatura su riportata dell’artista Pietro, ed è differente dagli 
altri tre lati architettati da Pietro di Capua. Il chiostro di 
HOC OPVS ARTE SVA QVEM ROMA CARDO BEAVIT 
NATVS DE CAPVA PETRVS OLIM PRIMAVIT 
ARDEA QVEM GENVIT QVIBVS ABBAS VIXIT IN ANNIS 
AETERA DISPOSVIT BENE PROVIDA DEXTRA IOHANNIS
	        
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