Full text: L' arte romanica (3)

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o della Pomposa, sottratta nel 1001 da Ottone III al dominio 
- dei vescovi ravennati, illustrata da Guido d’Arezzo; quella 
o di Nonantola, risorta dalle rovine prodotte da un incendio 
(1017); di San Benedetto di Polirone, dove riposa la gran 
Contessa. Basta leggere lo statuto formulato da Ugone di 
Cluny nel 1009, accetto dai monaci farfensi, per compren- 
dere quali linee grandiose seguisse il disegno delle chiese 
abbaziali e delle badie. Prescriveva l’abate Ugone che le 
chiese avessero 140 piedi di lunghezza e 43 di altezza, 65 le 
navate, e che vi fossero ben 160 finestre, all’ingresso due 
torri, un atrio per adunarvi i laici, una sagrestia di 58 piedi 
di lunghezza, con una torre contigua o a capo. E i monasteri 
avessero un dormitorio lungo 160 piedi, largo 24, con muri alti 
23 piedi, illuminato da 97 finestre larghe 2 piedi, alte quanto 
giunga la mano ad aprirle. La sala per le adunanze dei monaci, 
lunga 43, larga 34, con quattro finestre ad oriente, tre a setten- 
trione, dodici binate a occidente; il parlatorio lungo non più di 
30 piedi. Il calidario lungo 25, altrettanto alto; il cenacolo o tri- 
clinio, 90 piedi lungo, 25 largo, con muri alti 23, e otto finestre 
da ogni lato alte 5 © larghe 3; la cucina lunga 30. piedi, 
larga 25; la dispensa di 70 piedi lunga, di 60 larga; gli 
ambienti destinati alle elemosine lunghi 60 e larghi 10; lo 
spedale per gl’ infermi, di sei sale con un portico annesso, 
e di una settima per la lavanda de’ piedi. Contiguo alla 
chiesa, un vasto ospizio di 135 piedi, con quaranta letti da 
una parte per gli uomini, altrettanti dall’altra per le donne 
oneste, e col cenacolo tra le due parti, nel mezzo dell’edi- 
ficio. Di prospetto, una casa lunga 48 piedi, larga 30, la 
quale avesse comune il muro della sagrestia e fosse desti- 
nata ad accogliervi quanti esercitino arti meccaniche neces- 
sarie ai monaci. Dall’altro lato della sagrestia, il cimitero; 
dalla parte di mezzodì le stalle; allato al refettorio il bagno ; 
prossimo ad esso il noviziato, e ne’ quattro suoi angoli lo 
spazio per meditare, desinare, dormire e conferire. Infine un 
edifizio lungo 125 piedi e largo 25, nel quale gli orefici, i
	        
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