Full text: L' arte romanica (3)

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quale non si vede in altro monumento cosmatesco. Le tes- 
sere ceramiche, che già notammo nell’ambone di Minturno 
e nel pavimento del presbiterio di Monreale, come in un 
musaico algerino, * ci indicano anzi la derivazione del mu- 
sivario dal Mezzogiorno d’Italia. Più classici i Cosmati, in- 
trecciarono ne’ paliotti quadrati e rombi, come nell’altare 
di Santa Scolastica a Subiaco; o li ornarono di lastre mar- 
moree rettangolari, come nell’altare di San Francesco a Su- 
tri, è di grandi fasce a corridietro, come nella cattedrale 
di Ferentino, o di rombi intrecciati e segnati dalle dia- 
gonali, come a Santa Maria in Trastevere. Lo studio degli 
antichi monumenti romani fu il fondamento primo dell’arte 
cosmatesca; e solo al principio del Dugento la severa colo- 
razione del porfido e del serpentino si avviva per le tessere 
vitree con foglie d’oro, le quali più tardi, verso la fine di quel 
secolo, abbondano. 
Innanzi agli altari s’innalzarono parapetti o cancelli limitatî 
da colonne tortili, ornati generalmente di rettangoli porfirei,” 
e anche di grandi tondi con fasce aggirantisi in circolo ad 
ogni quadrante, come si vede a Ponzano Romano, e spesso 
nelle provincie meridionali, per esempio nell’ambone disfatto 
della cattedrale di Capua. 
Sul gradino su cui poggia l’altare s’ innalzò il tiburio, o 
ciborio, retto da quattro colonne, su cui volgonsi archi a tutto 
sesto sormontati da cornice orizzontale e da timpano trian- 
golare. Così a San Cesareo; mentre nella prossima chiesa dei 
Santi Nereo e Achilleo, dietro al timpano vedesi la copertura 
non a tetto, come a San Cesareo, ma a cupola. A Castel 
Sant’ Elia, presso Nepi, e a San Clemente, in Roma, sull’ar- 
chitrave che lega le colonne ergesi una serie di colonnine 
brevi, reggenti un secondo architrave e il timpano triangolare 
(fig. 787). A Terracina le colonnine si dispongono in modo da 
ricevere la cornice ottagonale, su cui s’imposta la piramide del 
1 Cfr: vol. 11; pag. 410 e 
2 Tale quello di Alba Fucense, segnato Andreas magister romanus fecit hoc opus.
	        
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