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tiburio. Questa forma si complica sempre più: l’ordine di co-
lonnine sostiene un secondo architrave, su cui s’innalza un
secondo ordine d’altre colonnine disposte così da ricevere la
base d’una piramide tronca ottagonale, sormontata da una lan-
terna con altre colonnine in giro e terminata pure a piramide.
Così sono i ciborî della basilica di San Lorenzo fuori le Mura
e di San Giorgio in Velabro, in Roma, delle cattedrali di Fe-
rentino e d’Anagni, di Sant'Andrea al Fiume, di Ponzano
Romano, della chiesa di Rocca di Botte. Quello di Ferentino,
con le colonnine di varia forma e dimensioni non equidistanti
e con la base della lanterna che, come nel ciborio d’Anagni,
s’imposta quadrata sul tronco di piramide, non raccordata alla
sezione di questa, è inferiore agli altri, opera di un marmo-
raro romano che si firma DRVDVS DE TRIVIO.* Dopo questi
ciborî, l’arco acuto si sostituisce al tondo, e Arnolfo in San
Paolo e in Santa Cecilia disegna il nuovo tipo di ciborio,
che viene imitato a San Giovanni in Laterano e a Santa Maria
in Cosmedin. Quest'ultimo è firmato da Adeodato, che forse
tradusse semplicemente il disegno fornitogli dal socio di Ar-
nolfo nell’opera del ciborio di San Paolo, cioè da Pietro Ca-
vallini, il che è dimostrato dal musaico della fronte del ci-
borio, rappresentante la Vergine e l’Annunziata, in una forma
e con colori proprî dell’autore dei musaici di Santa Maria in
Trastevere. Ma di quest’opera, che oltrepassa già i limiti di
questo volume, parleremo in seguito: per ora ci basti d’avere
indicato che l’ultima evoluzione del ciborio de’ Cosmati si deve
a Pietro Cavallini, romano, socio d’Arnolfo di Cambio, che
disegnò e ornò il ciborio di Santa Maria in Cosmedin per
il cardinale Francesco Caetani. Lo stemma di questa famiglia,
che si vede nel ciborio di Santa Maria in Trastevere, come
nel frammento dell’affresco di Giotto a San Giovanni in
Laterano, suggerisce pensieri sull’associazione dell’artista
1 A Santa Francesca Romana, in una pietra all’angolo della prima cappella a sinistra,
si legge: DRVDVS. DE. TRI | VIO. H(vivs) OP(er)I1S MAG(iste)R . FVIT. In un lavabo
nel Museo delle Terme: MAGR.DRVDVS.ME FECIT (Vedi GIOVANNONI, op. cit.).