romano con 1 grandi maestri del suo tempo; ma di questo
a suo luogo."
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Presso all’altare stanno gli amboni e, innanzi a quello del
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iato destro, il candelabro per il cero pasquale. Pare non
siano esistiti candelabri anteriormente ai secoli xII e XL:
quello di Santa Maria della Pietà, in Cori, dei primi anni
del secolo XII, è il più antico che si conosca. Poggia sopra
chimere dagli occhi cerchiati, con i corpi a strie e a righe
ondulate; la base cilindrica che s’imposta sul dorso delle chi
mere è a filari di stelle ad incavo, sormontati da animali
rincorrentisi; quattro colonnette a strie, a cordicelle, a costo-
loni, s’innalzano portando il capitello e la coppa del can-
delabro con palmette, triangoli e segni geometrici, tutto a
j trafori o a colpi di trapano. Da questo candelabro di ruvida
yi forma a quello della basilica di San Paolo (fig. 788), vera
Da. colonna onoraria del cristianesimo, e a quelli formati da vaghe
sta Maria colonnette a spira, con musaici multicolori, variantisi come
e fe vetri colorati in un caleidoscopio, la distanza è grande. I Co-
VE: smati cercan riprodurre i candelabri esposti ex voto sulle scale
RD | marmoree dei templi, o rischiaranti nelle grandi solennità
SE i portici delle case patrizie. Dai templi pagani quei cande-
a lena labri furono portati, quasi come trofeo, nelle chiese cri-
I stiane: uno si vede a Sant'Agnese; due adornarono il mau-
n soleo delle figlie di Costantino sulla via Nomentana, e ora si
PS conservano al Museo Vaticano. La forma a spira dei can-
i delabri cosmateschi ancora ritrae d’una forma consueta nei
gprs. CP” 1 Notiamo qui come debbasi tener distinto Pietro Cavallini da Pietro Oderisi, che
i fece il monumento di Clemente IV a Viterbo, il quale portava l’iscrizione citata dal
Papebroch: PETRVS.ODERISI . SEPVLCRI . (sic) FECIT . HOC. OPVS. (Conatus
tai chronico-historicus ad catalogum Romanorum Pontificum).
MES Nel 1269 Pietro aveva compiuto a Londra la cappella di Edoardo il Confessore; tra
il 1270 e il 1274 avrebbe potuto eseguire il monumento viterbese. Stefano, altro figlio di
pn il Oderisio (Stefanum Oderisi Lapidicinum magistrum), compì nel 1250 un altare, il ciborio
e il pavimento a San Niccolò de’ Prefetti in Roma, opere di cui è rimasto ricordo nel
urUStà cod. vat. 8253, post. 2, foglio 395.
Un altro Petrus Gusmati marmorarius de regione Viae Latae è ricordato in un do-
cumento. (Vedi Mostra della città di Roma all'Esposizione di Torino nell’anno 1884).
i sinistra 2 OTTE, Handbuch der Kirchlichen Kunst-Archiologie des Deutschen Mittelalters,
n ati Leipzig, 1882-84.