— 894 —
In Inghilterra, nella cattedrale di Westminster, trovansi
due tombe cosmatesche: l’una, senz’iscrizione, creduta della
figlia di Enrico III, quasi tutta spoglia de’ suoi ricchi orna-
menti, come l’altra di Enrico III, costruita nel 1281 * per vo-
lontà di Riccardo di Ware, abate di Westminster.
Il mausoleo del cardinal Fieschi dei conti di Lavagna, a
San Lorenzo fuori le Mura (fig. 790), può dirsi il tipo de’ mo-
numenti cosmateschi funerarî: è sormontato da una specie di
tiburio con colonnine sull’architrave, così come abbiamo ve-
duto nei ciborî degli altari, nelle iconostasi, anche sulle cat-
tedre: decorazione assai semplice, che dimostra la povertà
inventiva dei Cosmati. Tale povertà è rivelata pure dal dover
essi ricorrere, per deporre la salma del cardinale Fieschi, a
un sarcofago antico, rappresentante nelle facce una scena
nuziale, ove la pronuba Giunone mette le mani sulle spalle
degli sposi e Imene agita la face; nel coperchio le divinità
infernali fra i Dioscuri, e fra il Giorno sulla quadriga sor-
gente dall’Oceano e la Notte che cade in basso nelle tenebre.
Così all’Aracaeli, nel monumento di Luca e Antonio Sa-
velli, in un altro sarcofago tolto a prestito dall’antico, e che
servì per la potente famiglia romana, si vedono figure di fau-
netti quasi nudi, di genietti sacri a Bacco, di simboli della
religione dionisiaca. L’antico, non era più guardato con orrore,
s’incastonava nel nuovo, come cammeo in un serto gemmeo
e d’oro. La difficoltà de’ Cosmati a modellare la figura umana
è evidente anche nelle poche sculture che restano con effigie
di personaggi ideali o reali. L’altorilievo supposto di Nic-
colò IV, a San Giovanni in Laterano (fig. 791), faceva parte
di un gruppo votivo, ° in cui il papa si vedeva inginocchiato
innanzi alle statue dei Santi Pietro e Paolo, le quali sono
I Nella cattedrale di Westminster vi è anche il basamento d’un sacrario di Edoardo
il Confessore, con l’iscrizione dell’anno 1269, dove parlasi di Petrus romanus ctuis; e il
pavimento dell’altar maggiore di opus alexandrinum, con il nome dell’artefice Odericaus,
padre del sopra detto, eseguito nel 1268. (Vedi SARTORIO, I marmorarî romani nella chiesa
di Westminster Abbey, Roma, 1896).
2 ROHAULT DE FLEURY, Le Latran au moyen ège, Paris, 1877, pag. 186.