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un po’tonde, d’aspetto sorridente e furbesco, potrebbero cre-
dersi scolpite da Gruamonte medesimo o da uno de suoi
compagni, tanto è simile la fattura delle due trabeazioni.
A Sant’Andrea di Pistoia però le pieghe sono falcate, l’una
volta in senso opposto all’altra, ove le vesti fasciano le figure,
a falcature concentriche, dove i panni si stendono con qualche
abbondanza. Lo scultore di San Bartolommeo in Pantano tiene
quasi lo stesso metodo, volgendo in tondo le pieghe dei
manti, facendo cadere diritte quelle delle tuniche, a stecche
di ventaglio, quando le figure stanno immobili e non accen-
nano a moto, altrimenti le pieghe si chinano ad angolo
acuto.”
Al gruppo degli scultori di Sant’Andrea di Pistoia ap-
partiene pure il maestro che scolpì l’architrave della porta
di San Giovanni Fuori civitas (1 180) coi due leoni soprastanti
(fig. 837), come in San Bartolommeo in Pantano (fig. 838); e,
per il sistema delle pieghe falcate, anche l’altro che scolpì il
pulpito già citato di San Michele a Groppoli.
L’arte di questi maestri si diffuse, e può vedersi nell’ar-
cangelo San Michele, già sulla porta della chiesa omonima
di Groppoli (fig. 839). La sua lancia sta nelle fauci del mostro,
eppure sembra che il trionfatore abbia invece di essa un ba-
stone viatorio o un randello; la testa ricorda le più rozze cose
etrusche, per gli occhiacci, la fronte stretta, il naso breve, le
labbra e le mandibole grandi. Questa testa a pera sta sopra
un tronco di cono, che è il collo, da cui sembra uscita fuori,.
per una molla interna, a fare da spauracchio. Sotto al collo
si segnano simmetricamente, come a destra e a sinistra d’un
asse, le pieghe, e formano al busto come una gabbia di vimini;
sotto questa è una gran fascia che non si sa donde parta, e
poi si torcono due,.gambe su cui la tunica disegna pieghe a
reste di pesce. Men peggio è definito il drago sotto a’ piedi
* Si attribuì il bassorilievo dell’architrave di San Bartolommeo in Pantano a Rodol-
fino (1167); che non fu mai scultore: