Full text: L' arte romanica (3)

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Una certa consonanza con queste opere si sente pure in 
Bonamico di Pisa, che probabilmente scolpì per un pulpito 
la lastra, ora nel Camposanto, con entro una mandorla il Re- 
dentore, corto, atticciato, arcigno, vecchio, più pronto a rim- 
proveri che a benedizioni, e intorno l’angiolo, simbolo evan- 
gelico, con gli occhi che schizzano dalle orbite, il simbolico 
bove che sembra una fiera crudele, il leone studiato sopra 
qualcuno di quelli che stanno agli angoli de’ sarcofagi stri- 
gilati. Reca la scritta: OPVS QVOD VIDETIS BONVSAMICVS 
FECIT PRO EO ORATE. La figura di Davide, che è stata collo- 
cata nel Camposanto sulla tavola marmorea di Bonamico, 
benchè-a lui attribuita, sembra d’altra mano, forse dello stesso 
maestro che richiama in qualche modo Gruamonte, e che col- 
locò l’altra statua di Davide, dalla barba crespa, sul fianco 
destro del presbiterio, all’esterno del duomo di Pisa, di fianco 
alla porta che s’apre rimpetto al campanile. 
Questo. gruppo d’artisti, ai quali certo non fu estraneo 
anche Bonanno, lo scultore delle porte in bronzo del duomo 
di Pisa e di Monreale, compì il suo ciclo con Guglielmo, 
maestro del pulpito di Cagliari. La scuola, che durò circa un 
secolo, subì l’influenza dapprima dell’arte settentrionale; ma 
la ricerca di elementi ne’ sarcofagi locali, nelle sculture cri- 
stiane de’ bassi tempi, anche nelle urne etrusche, dette un 
carattere particolare. 
Un secondo gruppo, veramente toscano, è formato dagli 
scultori dei pulpiti di Barga, Arcetri, Volterra, San Miniato 
al Monte, delle formelle di Santa Maria LForisportam di Lucca, 
tutti più valenti nella decorazione che nel modellar figure. 
Vedasi a Barga la faccia dell’ambone rappresentante i Re 
Magi caracollanti sopra rosoncini posti sotto o tra le gambe 
de’cavalli; e si osservi la materialità con cui è eseguita l’aquila, 
1 Si cita anche di Bonamico un bassorilievo a Mensano (v. REYMOND, La sculpture 
forentine, 1, 1893). Rohault de Fleury (Les monuments de Pise au moyen àge, Paris, 1866) 
descrive un bassorilievo nella chiesa di San Cassiano, con l’iscrizione: HOC oPvs Qvo 
DECERNIS ] BIDVINVS DOCTE PERFECIT.
	        
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