Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

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La seconda statua nelle nicchiette è un grasso frate con un c' 
libro nella sinistra e l’altra mano dentro la tonaca; qui Ar- si 
nolfo mostra la sua potenza nel rendere il vero. Dopo la 
statua tratta dall’antico, vien l’altra, ispirata direttamente 
dal naturale, il vecchio frate, * grasso, dai grossi zigomi, 
con la pappagorgia, carico d’adipe, dalla destra paffuta (fi- 
gure 53 e 54). La terza statuetta rappresenta San Paolo, 
secondo il tipo tradizionale, ma senza l’antica possanza; 
i lineamenti della faccia son tirati così che la severità mu- 
tasi in aria truce; è coperto da tunica e pallio, come un 
senatore romano, e appoggia la mano sull’elsa di una 
spada (fig. 55). Anche la quarta statua di San Pietro (fig. 56) 
è tutta secondo il tipo tradizionale: testa quadrata, capelli 
folti e crespi; tipo energico; tunica e pallio classico per 
veste, come di un filosofo romano: ha le chiavi, invece del 
rotulo, e le tocca con la destra, come gli antichi senatori sono 
figurati in atto di toccare il rotulo, segno della dignità sena- 
toriale. Queste quattro statue ci rivelano la grand’arte di 
Arnolfo: appena nella figura dell’oratore, nel movimento 
avanzato dell’anca sinistra, si nota una lieve contorsione go- 
tica: in tutto il resto esse sono forti e salde, e la testa na- 
turalistica del vecchio frate, la superba figura dell’ oratore, 
sicuro di sè, ci dicono come le grandi fonti dell’antico e 
della natura si unissero nell’arte di Arnolfo quali due tor- 
renti nell’alveo di un fiume. 
Sopra i due pennacchi d’ogni arcata sono scolpite figure 
a bassorilievo. Vedesi in quella anteriore (fig. 57), a destra, 
l’abbate Bartolommeo?” offerente il ciborio, seguito da un dia- 
! Questa figura viene indicata come di San Benedetto dal MorescHI (Descri- 
zione del tabernacolo che orna la Confessione della basilica di San Paolo sulla via 
Ostiense salvato dall’incendio dell’anno MDCCCXXIII, Roma, MDCCCXL). Ma 
potrebbbe essere il committente del ciborio, l’abbate Bartolommeo. 
> Nell’ Istoria della basilica di San Paolo pubblicata da Mons. Niconar, è dato 
l’elenco degli abbati di San Paolo dal secolo x al secolo xv, desunto da un codice I 
Vaticano (Regist. vatican. Martini IV, num. 56, fol. 61). Ivi, nell’elenco Abbates fi 
sacri monasterii Sancti Pauli ad viam Ostiensem sub congregatione Cluniacensi, al- 
l’anno 1282, leggesi: « Bartholomeus I praefuit ab anno 1282 usque 12907 ». 
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