Full text: La scultura del Trecento e le sue origini (4)

—: UO — 
Sopra ad ogni arcata corre una cornice, su cui s'’imposta 
un timpano triangolare, dove volano gli angeli sul fondo di 
mosaico a stelle, in atto di tenere una ruota o rosa come 
un antico clipeo. Nella parte anteriore volano, con le ali di- 
stese, simili a Vittorie degli archi di trionfo. Così nel tim- 
pano a destra, nel quale le tuniche sciolte, cadenti, non ma- 
nicate, mettono in rilievo le braccia ignude, delicate degli 
angioli. E così nel timpano a sinistra, mentre nel posteriore, 
gli angioli, sempre con l’aspetto delle antiche Vittorie, si 
vedono di profilo, reggenti la ruota, esponendola come cosa 
sacra. Hanno l’aspetto più giovanile di quello degli angioli 
negli altri timpani; e sgambettano per l’aria in ritmico modo, 
portando a festa la ruota o l’occhio del tiburio. Di qua e di 
1à da ogni timpano salgono le torricciuole, e, dal culmine 
della volta, monta un tiburio minore, ornato e splendente 
di stelle. 
La volta gotica del tiburio (fig. 62) è ornata alla romana 
da formelle quadrate con bianchi quadrifogli; e i quattro co- 
stoloni sono riuniti nel centro da una gran rosa dalle foglie 
accartocciate, dietro le quali stendono le ali quattro meravi- 
gliosi serafini, formanti con le ali stesse una croce: essi aprono 
le braccia, e si attengono con le mani a fiori di giglio che 
spuntano dal calice della rosa espansa: con la stefane sulla 
fronte, con auree stole, coi lunghi capelli inanellati sugli 
omeri, sembrano i figli della Gloria. 
Gli archi dalla parte interiore recano, in tanti tondetti, 
cervi, pavoni, pellicani, cigni affrontati, unicorni, leoni ma- 
rini, aquile e agnelli, tutti disposti a meraviglia su fondo 
a tessere di musaico nere, coi corpi equilibrati, aggiustati 
ne’ cerchi, così da ricordare gemme intagliate su fondo di 
pietra di paragone. All’impostarsi poi de’ costoloni, due an- 
gioli volano in giù, seguendo la curva degli archi, agitando 
il turibolo per dare incenso sull’altare. Altri due, in piedi, 
nell’abaco de’ capitelli, l’uno pure con turibolo, l’altro con un 
candeliere, protendono il capo divotamente. 
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